Sfruttavano i braccianti tra Polesine e Bassa Padovana, condanne per oltre 15 anni a cinque caporali

Braccianti sfruttati, condannati cinque caporali
ANGUILLARA VENETA - Sfruttavano i loro connazionali irregolari obbligandoli a lavorare nei campi dall'alba al tramonto, senza giorni di riposo, e senza nemmeno la...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

ANGUILLARA VENETA - Sfruttavano i loro connazionali irregolari obbligandoli a lavorare nei campi dall'alba al tramonto, senza giorni di riposo, e senza nemmeno la possibilità di mangiare o andare in bagno, per 5 euro all'ora.


Cinque caporali, davanti ai giudici del tribunale collegiale, sono stati condannati per il reato di sfruttamento del lavoro a oltre 15 anni di carcere. È caduta invece l'accusa di associazione per delinquere, perchè alla fine il numero degli stranieri sfruttati sui campi si è ridotto almeno della metà.

LE CONDANNE
Tre dei cinque sono residenti a San Martino di Venezze in provincia di Rovigo. Si tratta di Mohamed El Ayat 32 anni (4 anni e 1 mese più 1.700 euro di multa), Mounir El Asri 36 anni (3 anni, 20 giorni e 1.360 euro di multa) e Radouane Akrouche 40 anni (3 anni, 20 giorni e 1.360 euro di multa). Quindi Mhamed El Asri, 67 anni di Anguillara Veneta, condannato a 3 anni, 20 giorni e 1.360 euro di multa. Infine Youssef Jellal, 30 anni di Bagnoli di Sopra, condannato a 2 anni e 4 mesi più 1.160 euro di multa. I cinque hanno sfruttato i loro connazionali dal maggio del 2017 al maggio del 2018.

LE INDAGINI
Tutto era cominciata da due braccianti di un fondo agricolo di Cavarzere: avevano deciso di raccontare quanto gli stava accadendo. Da quella denuncia i carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Marco Brusegan, avevano iniziato a indagare, con appostamenti e monitoraggi. Mohamed El Ayat, titolare della impresa individuale Agri2016, aveva trasferito l'attività conto terzi a Montagnana, Tribano, Arre, Conselve e San Martino di Venezze, intestando la nuova azienda alla moglie. I braccianti sfruttati lavoravano nei campi tra Cavarzere, dove è partita l'indagine, San Martino di Venezze e la Bassa Padovana, in particolare Tribano, Conselve, Arre e Montagnana.


Se parlavano o si fermavano un attimo per prendere un sorso d'acqua venivano picchiati. Tutto per il miraggio (ha dato il nome all'operazione) di un contratto di lavoro che consentisse di ottenere il permesso di soggiorno. I caporali avevano il compito di pagare gli stipendi, portando e seguendo nei campi il gruppo di lavoratori, costretti in ambienti malsani e senza i minimi requisiti di sicurezza e salubrità. Chi si ribellava veniva picchiato. E quando si verificavano incidenti sul lavoro, i poveretti erano costretti a tornare sui campi l'indomani nonostante i giorni di prognosi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino