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TREVISO - Di nuovo i leoni. Di nuovo a San Tomaso. Questa volta deturpati con un pennarello blu. Nuovo atto vandalico una delle porte nobili di accesso alla città: a San Tomaso, lato Put, ieri è stato scoperto un graffico che deturpa il leone di sinistra. Alcuni sostengono sia lì da alcuni mesi, ma Andrea Gallo, comandante della polizia comunale ritiene invece sia una cosa degli ultimi giorni.
LE INDAGINI
Ora la locale passerà al setaccio le immagini per cercare di individuare i colpevoli. Come avvenne, giova ricordare, un paio di anni fa all’interno della Porta. Scarabocchi colorati sul volto del leone di San Tomaso: individuata una nuova bravata probabilmente legata agli eccessi del sabato sera. Non è la prima volta: in agosto i graffiti deturparono il lato della chiesetta di Santa Lucia, ma due anni fa fu scarabocchiato un altro leone, questa volta all’interno di porta San Tomaso. Lo sdegno è corale: dal sindaco al comandante della locale si deplora l’ennesimo gesto di vandalismo che rovina opere centenarie e impone costi di pulizia alla comunità.
IL SINDACO
«Uno sfregio alla città- scrive Mario Conte- Sono schifato dalla mancanza di testa e buon senso di qualche imbecille». Si ripropone un tema trasversale, che accompagna da anni la cura del centro storico. Dalla Loggia dei cavalieri, oggetto di un regolamento ad hoc, alle porte storiche e agli edifici della città. Quello di scritte e graffiti è un vezzo del sabato sera. Ogni palazzo del centro storico è interessato: il danno risulta costoso e di complicata risoluzione, perchè ogni volta è necessario interessare la Soprintendenza. Nel dettaglio, porta San Tomaso era già stata bersaglio di bravate nel 2019 durante il martedì Grasso. La base della colonna interna della porta era stata deturpata da scritte: un gesto che si assommava alle sedie da bar e ai bidoni dell’immondizia gettati nelle acque dei Buranelli e della Pescheria solo poche ore prima. «I soliti deficienti all’opera- aveva commentato allora il sindaco-Porta San Tomaso, fra i simboli della nostra città, imbrattata da qualche deficiente». Dopo lo sfogo, le indagini. Che avevano rivelato l’identità degli imbrattatori.
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