Tre anni di reclusione all'istruttore di nuoto accusato di detenzione di materiale pedopornografico e atti sessuali con minorenne in relazione al rapporto sentimentale...
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La pena finale tiene conto della concessione delle attenuanti generiche e dello sconto di un terzo dovuto al rito abbreviato. Il rappresentante della pubblica accusa, la pm Patrizia Ciccarese, aveva chiesto la condanna dell'istruttore di nuoto a due anni e sei mesi.
La vicenda venne alla luce lo scorso anno in quanto il fratello maggiore della quattordicenne riferì ai genitori le voci che si rincorrevano con insistenza negli spogliatoi della Piscina del Centro, ovvero che la ragazzina avesse una relazione sentimentale con l'istruttore di nuoto, di trent'anni più anziano di lei.
Scoprire la verità non risultò troppo difficile: fu sufficiente controllare lo smartphone della figlia, dal quale saltarono fuori video, fotografie e messaggi che hanno lasciato poco spazio all'immaginazione. È stata quindi sporta denuncia alla Procura e tutto il materiale contenuto nel telefonino ha costituito fonte di prova contro Di Mauro.
PATTEGGIAMENTO NEGATO
Nel corso delle indagini preliminari la minorenne è stata ascoltata dagli investigatori, i quali hanno raccolto anche la testimonianza di alcune amiche e di altri nuotatori e nuotatrici che frequentavano la piscina di via Circonvallazione, a Mestre, alla ricerca di eventuali conferme e di ulteriori riscontri.
Il difensore del quarantacinquenne, l'avvocato Tito Bortolato, aveva cercato di chiudere il processo con un patteggiamento ma, per ben due volte, la proposta di applicazione pena è stata rigettata in quanto ritenuta incongrua rispetto ai fatti contestati. E così si è arrivati al processo, nel corso del quale la difesa si è battuta per dimostrare che, quelli finiti sotto accusa, sono fatti di lieve entità.
RICORSO IN APPELLO
Ben diversa la posizione sostenuta nel corso della discussione dal legale di parte civile, la quale ha evidenziato come Di Mauro abbia avviato una relazione sentimentale, consumando rapporti sessuali con la ragazza, pur sapendola minorenne e approfittando del fatto che fosse stata a lui affidata per motivi di istruzione.
Le motivazioni delle sentenza saranno depositate tra qualche settimana e, successivamente, la difesa potrà impugnare la sentenza in appello con l'obiettivo di ottenere una riduzione della pena.
Gianluca Amadori
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Il Gazzettino