TREVISO - È stato probabilmente un bambino affettuoso come tutti Sergio Papa, arrestato ieri all’alba con l’accusa di aver trucidato, con la furia di un boia,...
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L'allora 25enne Papa una volta con le manette ai polsi cambiò radicalmente faccia. Tanto spietato quanto remissivo, quasi contento di finire in carcere: «Così adesso - disse ai carabinieri - avrò un tetto sulla testa e due pasti al giorno assicurati». Ma quella vita borderline non era frutto di una disgrazia, di un tiro mancino del destino. Sergio alle spalle aveva una famiglia normale. E così il giorno dopo il giudice, ritenendo non ci fossero i presupposti per il carcere, lo rimandò a casa, visto che un’amica garantì per lui, ospitandolo. Viste le premesse per lui era solo questione di tempo per ritrovarsi davanti a un giudice. Non passa nemmeno un mese e Papa mette a segno un altro scippo. Patteggiò la pena: un anno sospeso. Ma la violenza resta il suo pane. La Polizia, che lo teneva d’occhio e gli trovò in auto un coltellaccio. E per lui arrivò un’altra condanna.
Negli anni successivi Papa continua a far parlare di se per episodi di violenza, furti, spaccate su auto, resistenza ai carabinieri, minacce di morte ai vicini di casa. È sempre più fuori controllo. Poi uscì dai radar dei tribunali. Sembrava aver ritrovato l’equilibrio. Almeno fino a ieri notte quando i carabinieri hanno deciso di fargli scattare le manette ai polsi.
Il Gazzettino