Senzatetto ruba una bicicletta: in carcere per tre anni e mezzo

Una bicicletta in sosta
BELLUNO - Tre anni e mezzo di reclusione a un ladro di biciclette. Una condanna choc quella pronunciata ieri in tribunale a Belluno per Roberto Tadio, 46enne originario di Padova,...

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BELLUNO - Tre anni e mezzo di reclusione a un ladro di biciclette. Una condanna choc quella pronunciata ieri in tribunale a Belluno per Roberto Tadio, 46enne originario di Padova, a lungo residente tra Vigodarzene e Camposampiero, ma ora senza fissa dimora. Per lui si apriranno quasi certamente le porte del carcere: tutto per un furto da 150 euro. Certo, Tadio era recidivo. Negli ultimi 5 anni aveva compiuto altre incursioni di questo tipo collezionando 6 precedenti. Inoltre le accuse erano pesanti: furto pluriaggravato e possesso ingiustificato di arnesi  da scasso. Ma stiamo parlando pur sempre di una bicicletta, per la quale la vittima non si era nemmeno costituita parte civile. Ma alla fine il giudice Cristina Cittolin è andata persino oltre le richieste della Procura, che si era fermata a due anni e 6 mesi, e ha sentenziato 3 anni e mezzo oltre a 600 euro di multa. E il difensore d’ufficio di Tadio, avvocato Francesca De Michiel di Auronzo, ha già annunciato appello. 


IL FURTO
Ieri mattina ha parlato il proprietario della bicicletta rubata, il 43enne bellunese Andrea Lanari, già consigliere comunale del Movimento 5 Stelle in città. «Lavoro a Trichiana come informatico - ha detto - e vado in bici fino alla stazione. La mettevo sempre in un posto in cui ci sono le telecamere». E così fece anche quella mattina del 28 agosto 2015. Parcheggiò la sua mountain bike sotto l’occhio della videosorveglianza e legò con il lucchetto con cavo di acciaio attaccato a un cancello su un manufatto in cemento. Quando tornò però la bici, che nuova costava 1500 euro, ma che è stata valutata nel processo 150, non c’era più. «A quel punto- ha spiegato l’ex consigliere comunale pentastellato Lanari - sono andato dalla Polfer: il ladro è stato trovato, ma la bici no».
L’ACCUSA
«L’imputato Tadio è stato ripreso da sette telecamere». Non ha avuto dubbi il pm Sandra Rossi, che ha concluso la sua requisitoria con la richiesta di condanna per il ladro di biciclette. «Il giorno dopo - ha detto - la polizia giudiziaria che aveva visionato le telecamere, a seguito della denuncia, riconoscevano il soggetto in stazione e lo fermavano». Tadio non era in bici: ma aveva nel borsello un tronchetto e un taglierino, con cui presumibilmente, secondo l’accusa, era stato tagliato il lucchetto con cui era stata agganciata la bici alla cancellata. «L’imputato - ha proseguito il pm Rossi - ha accompagnato la polizia giudiziaria nel luogo dove aveva dormito ed hanno trovato una borsa con dei vestiti riconosciuti come quelli indossati al momento del furto e visti nei fotogrammi». Per questo il pm ha chiesto al giudice una condanna a 2 anni e mezzo.
LA DIFESA
L’avvocato De Michiel, al termine della sua arringa invece ha chiesto l’assoluzione, quanto meno con formula dubitativa. Secondo la difesa di Tadio non c’era la prova che l’uomo avesse rubato la bici: nei fotogrammi non si vedeva il furto ma solo il padovano che si aggirava nella zona in cui c’era la mountain bike.
LA SENTENZA

Tre anni 6 mesi e 600 euro di multa. Così ha chiuso il processo il giudice Cittolin, riservandosi 80 giorni per le motivazioni. A pesare quasi certamente la «recidiva specifica reiterata infraquinquennale», ovvero il fatto che lo stesso tipo di reato è stato commesso nei 5 anni dall’ultima condanna. Un’aggravante che può aumentare esponenzialmente la pena. Ma nessuno si aspettava tanto. L’ultimo caso simile che fece scalpore a Belluno fu il 73enne che rubò brasato dal congelatore della vicina e venne condannato a un anno e 8 mesi.
Olivia Bone Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino