Va a scuola senza il velo islamico, botte dalla madre: «Ti brucio i capelli»

Va a scuola senza il velo islamico, botte dalla madre: «Ti brucio i capelli»
UDINE - Picchiata dalla mamma perché non porta il velo islamico: una ragazzina di origini nordafricane, studentessa in un istituto superiore di Udine, era stata allontanata...

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UDINE - Picchiata dalla mamma perché non porta il velo islamico: una ragazzina di origini nordafricane, studentessa in un istituto superiore di Udine, era stata allontanata d'urgenza da casa dalla polizia di Stato dopo le percosse. Di questi giorni la notizia dell'avviso di conclusione delle indagini preliminari, indagini avviate dalla Procura della Repubblica di Udine subito dopo il fatto per l'ipotesi di reato di abuso di mezzi di correzione. Adesso la donna potrà produrre atti e documentazioni e il suo legale potrà accedere al fascicolo del pubblico ministero. In seguito sarà il gip a decidere se rinviarla o meno a giudizio. 


​I fatti risalgono alla fine dello scorso anno, tra il novembre e il dicembre 2016. La giovane, che appartiene a una famiglia di religione mussulmana, era uscita senza velo per andare a scuola e si era truccata come le sue amiche. La madre l'aveva sorpresa senza velo dopo essersi recata a scuola poco prima della fine delle lezioni e a casa, poi, che l'aveva picchiata, minacciandola anche di bruciarle i capelli; la giovane era stata spinta e trascinata a terra. Spaventata e ferita, la ragazza si era confidata il giorno dopo con gli insegnanti, terrorizzata dall'arrivo del padre, che sarebbe tornato a casa dopo qualche giorno di assenza dall'abitazione della famiglia. Temeva che il genitore potesse punirla in modo ancora più pesante.  

A quel punto la polizia di Stato, insieme ai servizi sociali del Comune di Udine, l'aveva collocata in una struttura protetta. La minore era stata prima portata in pronto soccorso dove le erano state riscontrate una ferita a un labbro della bocca, a una mano e delle contusioni sul capo e sul corpo, guaribili in tre giorni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino