Senza stipendio per 5 anni, la battaglia di una maestra di Conegliano poi finalmente il lieto fine

Senza stipendio per 5 anni, la battaglia di una maestra di Conegliano poi finalmente il lieto fine
CONEGLIANO (TREVISO) - Ha dovuto aspettare lo stipendio per quasi cinque anni. E adesso è finalmente arrivato. Si è concluso così il paradossale caso...

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CONEGLIANO (TREVISO) - Ha dovuto aspettare lo stipendio per quasi cinque anni. E adesso è finalmente arrivato. Si è concluso così il paradossale caso della maestra 56enne che per un interno anno è stato assunta il lunedì e licenziata il martedì. Tra il settembre del 2018 e il maggio del 2019 aveva coperto una supplenza alle elementari dell’istituto comprensivo Brustolon di Conegliano. E i mini-contratti l’avevano portata a percepire in tutto poco più di 1.500 euro, invece di 9mila euro. Negli ultimi cinque anni la docente, supportata dalla Gilda degli insegnanti di Treviso, ha vinto una serie di battaglie legali: il ricorso al giudice del lavoro, il ricorso al Tar e una diffida ad adempiere al commissario ad acta nominato dallo stesso Tar. Dopo il ricorso dell’insegnante, adesso di ruolo in un’altra scuola, il tribunale amministrativo aveva ordinato al ministero dell’Istruzione, o in subordine all’ufficio scolastico regionale, di eseguire quanto previsto dalla sentenza del tribunale di Treviso.


IL PRESIDE


«Ma il lieto fine è stato raggiunto solo grazie all’impegno del nuovo dirigente scolastico dell’Ic Brustolon, Giovanni Pucciarini – spiegano dal sindacato – presosi a cuore la vicenda, si è impegnato a reperire presso il ministero i fondi necessari a liquidare la docente». Così la 56enne è stata finalmente pagata. «Purtroppo il problema della tutela degli insegnanti rimane, perché anche in questo caso la docente ha dovuto lottare per anni, a spese proprie, supportata dal sindacato e dall’avvocato Innocenzo D’Angelo – sottolinea Michela Gallina, coordinatrice provinciale della Gilda degli insegnanti di Treviso – e non tutti hanno la forza, la pazienza e le risorse per far valere i propri diritti». Il tutto senza ricevere aiuti da altri fronti. «Mentre esiste l’Avvocatura dello Stato a difesa dei dirigenti scolastici, gli insegnanti devono arrangiarsi a proprie spese – specifica la coordinatrice provinciale – e questo porta spesso gli stessi a rinunciare alla propria tutela». La Gilda ha più volte posto la questione della tutela legale per insegnanti sul tavolo del ministero. Ad oggi, però, non sono arrivate risposte. “Nonostante la situazione sia stata più volte illustrata presso il ministero, al momento non c’è stata la volontà di trovare soluzioni – conferma Gallina – eppure l’istituzione di un corrispondente anche per i docenti rappresenterebbe un prezioso servizio alla collettività, oltre che una conquista di democrazia e civiltà». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino