PORDENONE - La sentenza di primo grado è confermata: ergastolo, 2 anni di isolamento diurno e provvisionali per 720mila euro alle parti civili. Ma risultando nullatenente,...
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«Bisognerebbe che lo Stato cominciasse a provvedere seriamente a questo aspetto - osserva l'avvocato Serena Gasperini, che tutelava la madre e la sorella di Trifone - Spesso accade che il soggetto condannato a risarcire non abbia alcun reddito o che nelle more del giudizio i beni aggredibili scompaiano. In questi casi l'unica giustizia è quella della condanna».
LE REAZIONI
Certo, non sono i risarcimenti a placare il dolore dei genitori e dei fratelli dei fidanzati uccisi il 17 marzo 2015 a Pordenone. «Nessuno - mi restituirà Teresa», ha detto il padre Rosario. La madre di Giosuè era invece uscita dall'aula gridando la sua rabbia: «Non è giustizia... non è giustizia! È innocente!». Ma la giustizia ha deciso che Ruotolo è colpevole, nonostante il suo difensore. Roberto Rigoni Stern, abbia insistito sul fatto che non ci siano «prove scientifiche che possano ricondurre l'imputato al delitto». Trascorsi i 90 giorni per le motivazioni della sentenza, la difesa farà ricorso in Cassazione. Giosuè, dunque, resterà in carcere, ma non sborserà un euro alle famiglie delle vittime: non ce l'ha. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino