TRIESTE - Ormai c’è poco, pochissimo spazio di manovra. Senza entrare in contrasto con il decreto del governo sul contenimento del contagio, la Regione ha un margine...
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LO STRUMENTO
Niente ordinanza. Massimiliano Fedriga non firmerà il documento numero 13 dall’inizio dell’emergenza. Per molti motivi. Ieri, infatti, è andato in scena l’ennesimo confronto tra i presidenti delle Regioni. Sul tavolo, oltre alle richieste legate alla riapertura dei negozi e delle attività di ristorazione, c’era anche la possibilità di regolare - con ordinanze territoriali - la libertà di movimento dei cittadini, cercando per quanto possibile di eliminare ancora qualche restrizione. Ma analizzata la situazione, Fedriga si è accorto che in Fvg lo spazio di manovra è terminato. Ogni altra “concessione” andrebbe in contrasto con le norme di contenimento nazionale, che come ha stabilito ieri il Tar di Catanzaro (Calabria) annullando l’ordinanza regionale che riapriva i bar, spettano solo al presidente del Consiglio. Lo strumento che si utilizzerà in Fvg, quindi, sarà quello delle “faq”, cioè delle risposte alle domande frequenti che - sia a Trieste che a Roma - integrano la lettera dei decreti e delle ordinanze. Nello specifico, l’ordinanza di domenica scorsa non specificava la necessità di lasciare la seconda casa una volta terminati i lavori (ad esempio di manutenzione): il concetto era chiarito proprio nelle “faq”, che si possono cambiare. E così sarà, per dare un altro pizzico di libertà in più ai cittadini del Fvg.
IL BRACCIO DI FERRO
Ieri il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, ha scritto una lettera al presidente Fedriga, negando definitivamente la possibilità di riaprire il commercio al dettaglio già da domani. Mancano i protocolli di sicurezza. Dalla Regione è arrivata una replica: si contesta al governo il fatto che per riaprire i negozi di abbigliamento per bambini sia stato già utilizzato un decalogo di regole, di fatto applicabile al resto del commercio al dettaglio. Ma è stallo, e il tempo ormai è insufficiente: la partita si sposta tutta sulla data del 18 maggio, quando a riaprire su base regionale potrebbero essere anche parrucchieri, bar, ristoranti ed estetisti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino