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VENEZIA - È sottoscritto da 17 genitori, patrocinati dall'avvocato Giovanni Sala di Vicenza, il ricorso al Tar del Veneto per chiedere la sospensione cautelare e l'annullamento dell'ordinanza numero 2 del 4 gennaio scorso, firmata dal presidente del Veneto, Luca Zaia, che prolunga al 31 gennaio prossimo la chiusura degli istituti superiori di secondo grado sul territorio regionale, disponendo la didattica a distanza (dad) al 100%. Il ricorso è stato assegnato alla prima sezione del Tribunale amministrativo, che fisserà la data per l'udienza. Nell'istanza, i genitori sottolineano che «sino al 15 gennaio 2021, data di cessazione dell'efficacia del Dpcm del 3 dicembre 2020, non c'è spazio per una competenza regionale diretta ad introdurre misure più restrittive», tanto che il Dpcm stesso «prevede l'applicazione di misure più restrittive solo qualora il Ministro della Salute abbia accertato la sussistenza in un certo ambito territoriale regionale di uno 'scenario di tipo 4' e di un livello di rischio 'altò, senza fare salvo alcun potere di disciplina regionale».
Ricordando quindi che al momento dell'emanazione dell'ordinanza il Veneto si trovava in «zona gialla», e poi dall'8 è stato posto in «zona arancione» con un'ordinanza del ministro Speranza che però, aggiungono i ricorrenti, dichiarava «categoricamente esclusa la didattica in presenza nelle scuole superiori» soltanto nelle zone «rosse.
Il Gazzettino