Se la fase 1, con il lavoro in versione smart e i figli intorno da seguire a vista d’occhio h24, era già dura, la fase 2 si preannuncia un disastro. Il 4 maggio si...
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PREOCCUPAZIONE
Una preoccupazione condivisa da centinaia di famiglie che in queste ore stanno cercando di far arrivare la loro voce alla ministra Lucia Azzolina. «Si parla addirittura di riapertura a settembre: il timore è che, oltre a perdere scuola, non avremo nemmeno l’appoggio dei centri estivi - aggiungono Sara e Michele - Abbiamo davanti a noi almeno 5 mesi di danza tra baby sitter, permessi e non so quale altra soluzione».
Elena di Marghera, che di bambini ne ha 3, si sfoga: «Il bonus baby-sitter sembra essere finora l’unica risposta messa in campo. Ma non ci sono ancora conferme e non è facile organizzare la propria quotidianità con uno sconosciuto. Io faccio i turni e anche mio marito, non abbiamo nonni e comunque non vorremmo caricare su una persona anziana questa responsabilità per tanti mesi. Finirà che dovrò chiedere il congedo, usare tutte le ferie o addirittura chiedere un part-time».
Tanti genitori scrivono all’assessore Simone Venturini: «Se sono felici di poter tornare al lavoro, sono molto preoccupati per la chiusura delle scuole. Non tutti hanno la fortuna di avere dei nonni o qualcuno a cui lasciare i figli».
L’ASSESSORE
Il Comune di Venezia garantiva, direttamente o tramite privati, attività sostitutive alla scuola come centri estivi, grest e colonie: «Non sappiamo se e come queste o analoghe attività potranno essere organizzate - conclude l’assessore -. Il governo dovrà affrontare il tema al più presto e noi faremo il possibile, sperando che al problema di dove lasciare i figli non si aggiunga, per le famiglie, anche quello economico di sfamarli. Di fondo c’è un grande problema, la mancanza di chiarezza e il comportamento ondivago e ambiguo del governo che dice una cosa e il giorno dopo si contraddice. Non è facile, e mi rendo conto che ogni giorno sia un’evoluzione del precedente, ma c’è troppa incertezza e questo non aiuta le famiglie».
La polemica intanto monta nei social e dal gruppo Mammadimerda, un blog da 52 mila follower, è partito il tamtam con l’hashtg #noncisiamo e il cartello “Chi pensa ai bambini”, poi adottato anche dal Cantiere delle donne, che riunisce circa 800 mamme venete. Da quel gruppo si stanno organizzando per presentarsi tutti insieme alla conferenza stampa del 4 maggio e farsi sentire dal presidente Zaia. «Anch’io porterò la bambina nella sala conferenze della Regione - fa sapere un papà - Ho mandato 6 email oltre ad aver telefonato più volte e alla fine mi hanno consigliato di portarla ai nonni. Ma come faccio? Devo rischiare la vita di mio padre cardiopatico? Senza contare che l’azienda per cui lavora la mia compagna ha aperto col silenzio assenso, senza fornire dispositivi di protezione». Nei giorni scorsi la loro voce era già arrivata al governatore che l’aveva definito un problema grossissimo, ricordando che l’ipotesi di prorogare il congedo parentale, come tanti chiedono, avrebbe però gravi conseguenze sul reddito familiare. Ma nonostante abbia specificato che “sono temi da decreto, che devono essere affrontati dal legislatore nazionale”, mamme e papà hanno comunque deciso di tornare a rivolgersi a lui Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino