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TREVISO - Insultati e a volte addirittura minacciati dai genitori. Gli insegnanti che ricoprono il ruolo di referenti Covid nelle scuole sono tra l'incudine e il martello. «Veniamo insultati e aggrediti verbalmente», denunciano alcuni docenti referenti per il coronavirus. Davanti a casi di contagio, devono gestire le quarantene e gli isolamenti delle classi. Molte famiglie, però, ormai non ne possono più. Sono sul piede di guerra. La tensione è alle stelle. Soprattutto tra materne, elementari e medie. E a farne le spese sono in primis i referenti Covid. «È assurdo che debba tenere a casa ogni volta mio figlio anche se è vaccinato e risulta negativo al tampone - dice una mamma - il punto è che non capita una sola volta. Se emergono positività nella classe in periodi diversi, si riparte con la quarantena generale. È una catena». Le scuole in realtà non hanno margini: tocca al servizio Igiene e sanità pubblica dell'Usl definire i provvedimenti e programmare i tamponi di controllo. Fatto sta che i genitori esasperati dalla difficoltà di conciliare lavoro e didattica a distanza dei figli chiedono conto direttamente agli istituti. Tanto che le scuole hanno definito un piano che prevede di sostituire in modo periodico gli insegnanti referenti Covid. «Proprio per evitare loro un carico gravoso a lungo termine», rivelano i presidi.
IN TRASFERTA PER I TAMPONI
A tutto questo si aggiungono anche altri problemi organizzativi.
LA PETIZIONE
E i genitori che hanno sottoposto i loro figli piccoli all'iniezione anti-Covid ora hanno fatto partire una raccolta di firme online che ha già raccolto migliaia di sottoscrizioni. «Ci rivolgiamo alle istituzioni affinché modifichino immediatamente il protocollo che nelle scuole primarie non prevede alcuna distinzione tra vaccinati/guariti e non vaccinati si legge nel testo della petizione noi genitori che abbiamo risposto subito alla richiesta dello Stato di fare la nostra parte, vaccinandoci prima noi e facendo poi vaccinare i nostri figli tra i 5 e gli 11 anni, non solo per la tutela della loro salute, ma anche di quella della collettività, ci vediamo paradossalmente discriminati rispetto agli studenti vaccinati degli altri ordini scolastici».
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Il Gazzettino