PASIANO - Dalle parole i genitori di una trentina di bambinisono passati ai fatti: ieri mattina, come avevano minacciato, non li hanno mandati a scuola. Si sono però...
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I genitori hanno però chiesto agli insegnanti di indicare loro gli argomenti che sarebbero stati affrontati ieri in classe e i compiti assegnati per casa. «Abbiamo a cuore aggiungono l'istruzione dei nostri figli, che non significa soltanto farli entrare nell'edificio scolastico, ma soprattutto affidarli a un docente che dalla prima elementare ne conosce i limiti, le fragilità e le potenzialità, li sa accompagnare nell'apprendimento integrando tutte le individualità nella classe, a cui i bambini sono legati ed affezionati e che gode della stima di noi genitori per aver nel tempo saputo relazionarsi e coordinarsi nel primario interesse dei bambini».
IL TRASFERIMENTO
Quando quest'estate si era diffusa la notizia che erano complessivamente sei i docenti che nella primaria di Pasiano e nella frazione di Cecchini a settembre non avrebbero proseguito l'insegnamento nella precedente sede scolastica, tutti i rappresentanti dei genitori delle classi, dalla prima alla quarta, avevano chiesto un incontro con il preside per capire le motivazioni. Si sono sentiti rispondere che la volontà era quella di «cambiare sei docenti l'anno per i prossimi due anni». Poi è incominciato il nuovo anno scolastico. Mentre i genitori manifestavano al preside il rammarico per il trasferimento dell'insegnante, Malachin non sembrava essere disposto a ritornare sui suoi passi. Ormai esasperati, il 29 ottobre i genitori hanno inviato una seconda lettera, manifestando al dirigente scolastico la loro preoccupazione di fronte alle difficoltà e al disorientamento manifestati dagli alunni a causa dei cambiamenti. «Di fronte a un tale muro d'incomunicabilità - sottolineano - non ci è rimasto altro, per poter essere ascoltati, che non mandare i nostri figli a scuola». Malachin era stato irremovibile. «Ho agito legittimamente e con coscienza aveva risposto per le rime sabato e i genitori devono prendere atto che non sono loro a decidere sulle questioni interne alla scuola. Se terranno a casa i figli, invierò una segnalazione al sindaco, dal momento che esiste l'obbligo di frequenza scolastica». Per ora, almeno pare, tra Malachin e il primo cittadino non c'è stato alcun contatto. Non è da escludere, tuttavia, che nei prossimi giorni possano esserci delle evoluzioni in questa vicenda complessa. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino