Anche a scuola lotta al caro bollette: termosifoni accesi solo il 22 ottobre, massimo 19° invece che 20

Sarà un anno scolastico "gelido"
ROVIGO - Le misure di contenimento dei consumi energetici saranno adottate anche nelle scuole: l’annata termica quest’anno sarà più breve di 15 giorni,...

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ROVIGO - Le misure di contenimento dei consumi energetici saranno adottate anche nelle scuole: l’annata termica quest’anno sarà più breve di 15 giorni, con i termosifoni che si accenderanno non prima del 22 ottobre, invece che dal 15 ottobre, e si spegneranno il 7 aprile, anziché il 15, la temperatura del riscaldamento sarà tenuta inferiore di un grado rispetto agli anni precedenti, ovvero massimo a 19° invece che a 20° e ogni giorno le caldaie si spegneranno un’ora prima rispetto agli anni passati. È quanto è stato stabilito nel corso di un vertice che il presidente della Provincia Enrico Ferrarese ha tenuto con i dirigenti scolastici degli istituti superiori polesani per mettere a punto le regole per limitare i consumi energetici e, soprattutto, contenere le bollette che, nel prossimo inverno, si prospettano da capogiro. Affiancato dal segretario generale Gerlando Gibilaro e dai funzionari dell’area Lavori pubblici, con il supporto dell’energy manager Paola Sartori, il presidente ha anche fatto il punto degli interventi di riqualificazione energetica realizzati da Palazzo Celio negli ultimi 5 anni negli edifici che la Provincia ha in gestione diretta. Edifici che, tra scuole superiori ed uffici, sono in totale 56 sul territorio polesano.



GLI INTERVENTI

Gli interventi realizzati riguardano la sostituzione di 24 centrali termiche per 2,5 milioni di euro, 8 impianti elettrici per 500mila euro, 4 sostituzioni di serramenti per 1,2 milioni e 3 coibentazioni delle pareti verticali per 1,5 milioni. Inoltre, dai fondi del Pnrr la Provincia conta di recuperare ulteriori risorse: «Sono in corso progettazioni da attuarsi con i fondi Pnrr, che riguarderanno lavori di consolidamento statico e in parte di riqualificazione, per 11 milioni di euro» sottolinea l’amministrazione provinciale in un comunicato. «Durante la riunione sono state rimarcate cose importanti ma che sapevamo già. Ciò che adesso è importante è fare una adeguata comunicazione alle famiglie delle misure che adotteranno le scuole» commenta Isabella Sgarbi, dirigente dell’Istituto di istruzione superiore Viola-Marchesini: «Per il contenimento della spesa e dei consumi da tempo abbiamo anche adottato la decisione di svolgere le attività extra solo in un plesso, di usare solo le pompe di calore abolendo le stufette. Inoltre la energy manager verrà nelle scuole per valutare singolarmente le soluzioni ottimali da adottare. Di questo, comunque, i ragazzi sono già abituati. In genere la preoccupazione viene soprattutto dai genitori».

CASI SPECIFICI


La dirigente, inoltre, fa presente che i risparmi sono strettamente legati al tipo di edificio: «Il problema dei consumi deve essere valutato scuola per scuola il nostro edificio è in cemento armato con vetri non coibentati mentre un edificio in laterizio o gli edifici che hanno il cappotto hanno una resa termica superiore. Inoltre, ho proposto una sorta di competizione tra i ragazzi per provare a misurare il consumo termico e la possibilità di risparmio anche da classe a classe. Quello che però, ho fatto presente, non si deve più vedere sono gli uffici pubblici con le finestre aperte perché d’inverno all’interno fa troppo caldo. Si profilano certamente tempi duri. Qualcuno dice che ne avremo per due anni ma, in realtà, imparare a risparmiare va bene sempre. Un’altra soluzione che adotteremo saranno gli open day solo il sabato pomeriggio, e non la domenica, per risparmiare una giornata di riscaldamento». Del resto, l’obiettivo è quello della riduzione del 15% dei consumi di energia, fissato a livello centrale.
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Il Gazzettino