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TREVISO - «La situazione sta migliorando per quanto riguarda i ricoveri legati all’influenza e al Covid. Per fortuna il picco sta scendendo. È chiaro che chi entra senza essersi vaccinato rischia ancora di andare in terapia intensiva. Per questo non ci stanchiamo di invitare le persone fragili a vaccinarsi. Così è possibile evitare situazioni che le vedono in pericolo di vita». A parlare è Francesco Benazzi, direttore generale dell’Usl della Marca. Il picco dell’influenza stagionale sembra ormai alle spalle. Ad oggi sono una trentina i pazienti ricoverati negli ospedali trevigiani. Compresi tre in terapia intensiva: due a Treviso e uno a Conegliano. Mentre i ricoveri causa Covid sono ancora di meno. Ma non si può abbassare la guardia. Dopo aver costretto a letto più di 100mila trevigiani, il virus continua a minacciare soprattutto le persone fragili. La campagna vaccinale non è andata esattamente a gonfie vele. Almeno in relazione all’obiettivo fissato a livello nazionale. Al momento la copertura dell’antinfluenzale è arrivata attorno a quota 50% tra i trevigiani con più di 65 anni e tra quelli fragili per patologie. Ancora ben distante non solo dalla nuova soglia del 75%, ma anche da quella del 65% indicata fino all’anno scorso come obiettivo minimo. Parlando in termini assoluti, fino ad oggi nella Marca sono stati somministrati più di 133mila vaccini antinfluenzali. A questi vanno sommati oltre 26mila vaccini anti-Covid. Cifre considerate troppo basse per poter parlare di una vera soglia di sicurezza.
L’ALLARME
In tutto ciò, i no-vax restano sempre sul piede di guerra.
IL TRAGUARDO
La speranza è che possa esserci una pacificazione a livello sociale. «Il periodo dell’emergenza Covid ha peggiorato la situazione creando una specie di fossato tra chi si vaccina e chi non si vaccina. Prima la spaccatura non era così evidente. Poi il periodo del coronavirus purtroppo l’ha esasperata – tira le fila Benazzi – ma è anche vero che oggi più che mai stiamo spingendo verso la vaccinazione solamente le persone fragili. Speriamo che con la diminuzione dei casi e dei ricoveri per Covid si riducano le distanze. Fermo restando che è dimostrato, a prescindere da quello che pensano i no-vax, che alla fine la vaccinazione è servita a evitare morti». Un discorso, quest’ultimo, che in sostanza vale anche per l’influenza stagionale. Uno studio condotto dal servizio Epidemiologia dell’azienda sanitaria prima dell’era Covid aveva stimato che l’antinfluenzale consentiva di evitare 200 decessi correlati a patologie cardiorespiratorie e oltre 400 ricoveri all’anno in tutta la provincia. Numeri che adesso potrebbero essere addirittura superiori.
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