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PADOVA - La movida in centro storico spacca la maggioranza che regge la città. L’altra sera in un’infuocata assemblea della Consulta Quartiere 1 sull’acquisto dei fonometri per misurare il rumore notturno, è accaduto che la Lista Giordani ha votato con il centrodestra per la loro adozione mentre il Pd ha votato contro, insieme a Coalizione. A monopolizzare quasi interamente la discussione la proposta del gruppo di lavoro “Vivi il Centro” di destinare 10 mila euro dei 35mila a disposizione per centraline fonometriche per misurare il grado di inquinamento acustico del Portello e delle Piazze, in particolare piazza dei Signori. Due zone nelle quali i cittadini da anni lottano per una “movida” più civile contro l’invasione soprattutto il mercoledì, venerdì e sabato, di universitari e giovani che, come hanno ribadito per l’ennesima volta l’altra sera, rendono invivibili quelle zone.
Gli schieramenti
A votare no Lorenzo Ciocca (Pd) e Chiara Zanetti (Verdi) che fin da subito sono ripetutamente intervenuti per esprimere la loro contrarietà.
Il dibattito
Molte le lamentele dei residenti, mentre i rappresentanti degli studenti evidenziavano la mancanza di democrazia e di rilievo dato alle loro proposte alternative su come destinare i fondi in campo culturale. Tra i presenti diversi iscritti all’associazione “Stop degrado Padova” hanno però ricordato non solo la richiesta del 22% dei residenti lamentando «il tentativo organizzato dei giovani presenti di bloccare il provvedimento» e ripromettendosi «di vigilare perché quanto richiesto democraticamente dai cittadini del centro storico venga effettivamente messo in atto dall’amministrazione”. «La Consulta centro vuole fare la guerra alla movida, senza però essere disposta ad ascoltare le esigenze degli studenti su come coesistere in una città in cui gli universitari stanno prendendo sempre più spazio e portando sempre più ricchezza, vivacità e benessere - dichiara Domenico Amico, coordinatore Udu Padova - abbiamo partecipato alle riunioni e portato le nostre proposte nei gruppi di lavoro. Chiaro che se continuerà questa modalità saremo chiamati a una vasta mobilitazione». «Questa decisione non è nemmeno realmente rappresentativa della cittadinanza e dei risultati dei questionari di consultazione pubblica» ha concluso Marco Nimis, coordinatore della Rete Studenti Medi Veneto. Luisa Morbiato
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