È scontro sull'acquisto dei fonometri contro la movida: Lista Giordani con il centrodestra

Una serata al Portello
PADOVA - La movida in centro storico spacca la maggioranza che regge la città. L’altra sera in un’infuocata assemblea della Consulta Quartiere 1...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

PADOVA - La movida in centro storico spacca la maggioranza che regge la città. L’altra sera in un’infuocata assemblea della Consulta Quartiere 1 sull’acquisto dei fonometri per misurare il rumore notturno, è accaduto che la Lista Giordani ha votato con il centrodestra per la loro adozione mentre il Pd ha votato contro, insieme a Coalizione. A monopolizzare quasi interamente la discussione la proposta del gruppo di lavoro “Vivi il Centro” di destinare 10 mila euro dei 35mila a disposizione per centraline fonometriche per misurare il grado di inquinamento acustico del Portello e delle Piazze, in particolare piazza dei Signori. Due zone nelle quali i cittadini da anni lottano per una “movida” più civile contro l’invasione soprattutto il mercoledì, venerdì e sabato, di universitari e giovani che, come hanno ribadito per l’ennesima volta l’altra sera, rendono invivibili quelle zone.

Gli schieramenti

A votare no Lorenzo Ciocca (Pd) e Chiara Zanetti (Verdi) che fin da subito sono ripetutamente intervenuti per esprimere la loro contrarietà. Tre gli astenuti: Francesco Sanavio (Padova futura) Paola Fontana (Coalizione) e Doriano Magosso (Padova bene comune). Favorevoli la presidente Francesca Verrecchia, Amedeo Levorato e Massimiliano Zaniolo (Lista Giordani) Antonio Fregnan (Per Padova) ed Elena Zaggia (Padova Insieme). Compatta a favore delle centraline l’opposizione con Lucia Brisighella e Ambra De Marco (Lista Peghin); il vicepresidente Gabriele Meneghetti (FdI) Marco De Berardinis (Lega) e Alberto Mazzocco (Coraggio Italia). Durante la votazione finale che ha sancito il via libera Ciocca è intervenuto per proporre un emendamento che riducesse «a 7mila gli euro per le centraline e destinare i 3mila restanti a rastrelliere per le bici in via Alessio e al gioco delle bocce del giardino Margherita di via Coletti», proposta però respinta. «Sono consapevole che si tratta di un problema complesso che non si risolverà con l’utilizzo delle centraline - ha detto Verrecchia - però la Consulta ha ricevuto più risposte di tutti gli altri quartieri dall’ultimo questionario. Il 22% segnalava la necessità di monitorare il rumore, va rispettato. Possiamo solo proporre la destinazione dei fondi deciderà la Giunta». 

Il dibattito

Molte le lamentele dei residenti, mentre i rappresentanti degli studenti evidenziavano la mancanza di democrazia e di rilievo dato alle loro proposte alternative su come destinare i fondi in campo culturale. Tra i presenti diversi iscritti all’associazione “Stop degrado Padova” hanno però ricordato non solo la richiesta del 22% dei residenti lamentando «il tentativo organizzato dei giovani presenti di bloccare il provvedimento» e ripromettendosi «di vigilare perché quanto richiesto democraticamente dai cittadini del centro storico venga effettivamente messo in atto dall’amministrazione”. «La Consulta centro vuole fare la guerra alla movida, senza però essere disposta ad ascoltare le esigenze degli studenti su come coesistere in una città in cui gli universitari stanno prendendo sempre più spazio e portando sempre più ricchezza, vivacità e benessere - dichiara Domenico Amico, coordinatore Udu Padova - abbiamo partecipato alle riunioni e portato le nostre proposte nei gruppi di lavoro. Chiaro che se continuerà questa modalità saremo chiamati a una vasta mobilitazione». «Questa decisione non è nemmeno realmente rappresentativa della cittadinanza e dei risultati dei questionari di consultazione pubblica» ha concluso Marco Nimis, coordinatore della Rete Studenti Medi Veneto. Luisa Morbiato

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino