Safilo, sciopero contro la chiusura dello stabilimento di Longarone. Sindaci e il vescovo in prima fila. Lavoratori domani a Casa Sanremo Video

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LONGARONE (BELLUNO) - E' il giorno dello sciopero dei dipendenti degli stabilimenti Safilo, si tratta di circa 1700 persone. Sono 472 i lavoratori a rischio, ma l'appuntamento è rivolto a tutti, a Longarone, nella sede storica di un gruppo. I vertici Safilo non ritengono più strategico lo stabilimento di Longarone dopo che, nel 2020, annunciarono una ristrutturazione che ne avrebbe fatto il polo della galvanica e delle montature in metallo. Giovedì 9 febbraio i lavoratori saranno presenti a Casa Sanremo. Nel frattempo l'associazione delle imprese dell'occhialeria sembra avere dato segnali di volere riassorbire nei proprio siti produttivi gli eventuali esuberi derivanti da un nuovo taglio della produzione di Safilo.

I numeri dello sciopero

Tra le delegazioni sindacali presenti al corteo ci sono quelle di Luxottica e Marcolin, della Fiom del Veneto e di molte altre realtà industriali e meccaniche del territorio. Il corteo è partito alle 9.30 davanti alla Safilo ed è continuato sulla statale 51, il traffico è stato deviato verso la zona industriale. A comunicare i primi numeri attorno all'esito della mobilitazione indetta per oggi sono le stesse organizzazioni sindacali, si parla di una presenza di circa 1.500-2.000 persone. Secondo fonti sindacali negli stabilimenti di Padova e Santa Maria di Sala l'adesione allo sciopero sarebbe tra il 70 e l'80%.

Sindaci e vescovo in prima fila

Tra queste il sindaco di Belluno Oscar De Pellegrin, quello di Longarone Roberto Padrin, anche presidente della Provincia di Belluno, il Vescovo di Belluno e Feltre Mons. Renato Marangoni e una decina di sindaci dei comuni limitrofi. «Ci aspettiamo una risposta forte delle istituzioni a difesa del territorio, delle 472 famiglie coinvolte e di un know how che è parte integrate della cultura delle valli bellunesi - dichiarano Gianpietro Gregnanin e Michele Corso, segretari regionali della Uiltec Uil e della Filctem Cgil del Veneto. - Il prossimo 22 febbraio è previsto un incontro in Regione da cui ci aspettiamo risposte precise dall'azienda mentre siamo in attesa di ricevere una convocazione ufficiale dal Mise. Riteniamo comunque importante aprire un tavolo contrattuale direttamente con Safilo».

«Porterò una rappresentanza di lavoratori a Sanremo»

«La Safilo non può e non deve chiudere. L'unione tra enti locali, sindaci, diocesi, sindacati e lavoratori sarà lo strumento con cui porteremo avanti una battaglia congiunta per salvare lo stabilimento di Longarone, che non è solo rappresentativo di un marchio storico, ma anche la casa di professionalità e know-how da tutelare». Lo ha detto il sindaco di Longarone e presidente della Provincia di Belluno, Roberto Padrin, intervenendo alla manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil contro la chiusura della Safilo. Alla manifestazione, appoggiata dal Comitato di sorveglianza socio-istituzionale nato una settimana fa per monitorare da vicino la crisi Safilo insieme all'Unità di crisi della Regione Veneto, hanno partecipato diversi sindaci bellunesi e anche il vescovo di Belluno-Feltre, monsignor Renato Marangoni. «Siamo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori - ha aggiunto Padrin - per ribadire un no compatto alla chiusura dello stabilimento. Safilo ha una responsabilità sociale su questo territorio e deve rendersene conto. La mobilitazione di oggi è un segnale chiaro di cosa il territorio chiede a Safilo, dopo aver contribuito ai successi dell'azienda. Porterò una rappresentanza di lavoratori a Sanremo, dove come Provincia, con la collaborazione della Regione Veneto e della Camera di Commercio Belluno-Treviso, abbiamo uno spazio all'interno del Palafiori, per promuovere le nostre eccellenze. Perché le nostre eccellenze - ha concluso - sono anche i lavoratori ed è giusto che facciano sentire la loro voce».

 

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Il Gazzettino