PORDENONE - Sale operatorie e ambulatori quasi completamente deserti. È stata un’adesione massiccia quella che si è registrata ieri per lo sciopero dei medici...
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Tanti i motivi alla base del disagio che ha spinto medici e veterinari a incrociare le braccia: in primis la richiesta di maggiori fondi per la Sanità pubblica e il rinnovo del contratto di lavoro fermo da 10 anni. Ma non solo, come precisa Guido Lucchini, presidente dell’Ordine del Medici della provincia di Pordenone: «Lo sciopero dei medici ospedalieri, 135 mila in Italia e circa 600 in provincia, è dovuto soprattutto al mancato rinnovo del contratto, ma anche al blocco delle nuove assunzioni, all’esiguità del finanziamento previsto per il Fondo sanitario nazionale 2019 in relazione alla garanzia dei livelli essenziali di assistenza e agli investimenti nel patrimonio edilizio sanitario e tecnologico. Siamo per la tutela della qualità del lavoro, perché una buona qualità del lavoro, che non prescinde da turni di lavoro equilibrati, stabilizzazioni degli organici e da una buona organizzazione, si traduce in un migliore servizio per i cittadini. Va poi garantito il ricambio dei medici dirigenti che andranno in pensione. Ci sono troppi posti vacanti che vanno coperti soprattutto in vista dell’avvicinamento del turn over». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino