Nel giorno della festa della Repubblica i comuni ladini di Colle Santa Lucia, Cortina d’Ampezzo e Livinallongo del Col di Lana - ma anche altri sul confine con l’Alto Adige - si sono...
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IL BLITZ
La scorsa notte gli Schützen altoatesini, lungo 25 strade e passi sul limite provinciale di Bolzano, hanno posizionato dei cartelli con la scritta “Verrückt nach Süden”. La frase ha un doppio significato: “pazzo per il sud” ma anche “spostato a sud”. In quest’ultimo caso il riferimento è al confine, che secondo gli intendimenti andrebbe trasferito un po’ più a sud per far ricomprendere nell’Alto Adige i tre comuni ladini un tempo austro-ungarici. «Il sud - dichiara in una nota Jürgen Wirth Anderlan, comandante dei “cappelli piumati” - ha da sempre un certo fascino, alcuni ne sono pazzi. Se però questo sud appartiene a uno Stato con una mentalità a grandi linee estranea, la situazione cambia. Gli ultimi tre mesi probabilmente ha aperto gli occhi anche chi era ancora indeciso. Restrizioni, caos e più vittime che in altri Stati: l’Italia non fa bene all’Alto Adige ed è un danno per tutte le persone che ci vivono». Da qui la volontà di riprendersi i “fratelli” collesi, ampezzani e fodomi e rinnegare la Capitale.
IL COMMENTO
«Un’offesa gravissima - il commento di Luca De Carlo, deputato e coordinatore veneto di Fratelli d’Italia - Nemmeno loro fanno bene all’Italia. Rinuncino a tutti i benefici che possono permettersi con i soldi degli italiani e se ne tornino in Austria: abbiamo già difeso i confini e siamo pronti a farlo di nuovo. Hanno perso e queste sono le nuove regole: se non gli sta bene, possono andarsene quando vogliono, ma di là non troveranno gente pronta a regalargli soldi e potere come accade da troppi anni in Italia». «Sono patetici - sottolinea l’onorevole -: hanno insultato la memoria degli italiani morti per Corona virus, rovinato l’immagine mondiale delle Dolomiti con le scritte “los von Rom - via da Roma” e continuano a denigrare la patria che permette loro di amministrare il territorio come uno stato indipendente. Direi che ne abbiamo avuto abbastanza: quella è la porta, possono andarsene quando vogliono, nessuno di noi sentirà la mancanza. Se più di 100 anni non sono bastati per integrarsi, vuol dire che il problema è loro» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino