PADOVA - All'età di 70 anni e a più di otto dallo scandalo che lo ha visto protagonista, l'ex primario del centro di procreazione assistita della Ulss 1 di...
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Pena fortemente ridotta rispetto a quella dei nove anni proposti inizialmente dalla pubblica accusa e che sono andati progressivamente ridimensionandosi con l'accusa modificata da concussione a induzione indebita. Il ginecologo dopo la sentenza di Cassazione aveva tentato un ultimo ricorso il cui esito non gli è stato favorevole, confermando che l'ex primario avrebbe indebitamente ricevuto denaro per far saltare le code alle pazienti, le quali glielo avrebbero dato tuttavia consapevolmente e volontariamente. Lo scandalo che ha travolto la vita e la carriera di Carlo Cetera è scoppiato a fine 2011, quando egli dirigeva il centro specialistico del nosocomio di Pieve di Cadore, parte della Ulss 1 di Belluno. Negli anni precedenti il suo reparto aveva accresciuto la sua fama per la procreazione in vitro, eccellenza e notorietà che lo aveva portato fra le strutture con la più alta percentuale di concepimenti e gravidanze a buon fine nel panorama nazionale. Di conseguenza, le richieste si erano moltiplicate e le liste di attesa allungate. Il processo stabilì che lo stesso primario aveva ideato un sistema per dare la possibilità ai pazienti di accelerare i tempi sborsandogli ulteriore denaro al di fuori della prestazione ufficiale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino