Lo scandalo delle caserme dismesse: 1157 in rovina e zeppe d'amianto

La ex caserma della Guardia di finanza a Uccea di Resia
FRIULI VENEZIA GIULIA - Emergenza in Friuli per il gran numero di fabbricati fatiscenti e ruderi abbandonati: si sono trasformati in ammassi di lamiere e amianto, infatti, la...

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FRIULI VENEZIA GIULIA - Emergenza in Friuli per il gran numero di fabbricati fatiscenti ruderi abbandonati: si sono trasformati in ammassi di lamiere e amianto, infatti, la gran parte delle caserme dismesse che lo Stato adesso vorrebbe affidare a Regione e Comuni. «In Friuli Venezia Giulia abbiamo 1.157 alloggi demaniali vuoti, cui si aggiungono le caserme deserte - dice Roberto Revelant, consigliere regionale di Autonomia Responsabile -. Non si può definire questi presidi come occasioni per riqualificare il territorio. Sono piuttosto delle polpette avvelenate che Roma finge di porgerci a titolo gratuito. In alcune circostanze, lo Stato chiede addirittura il pagamento per acquisire un bene inutilizzabile»

 
Una grana
«Ho portato il tema all'attenzione della giunta regionale Fvg e l'assessore Santoro ha condiviso la mia posizione, ammettendo che le caserme dismesse sono spesso a tutti gli effetti delle grane che vengono scaricate sulla Regione». In tutta Italia ci sono circa 3.300 alloggi demaniali vuoti. «In Friuli Venezia Giulia ne abbiamo circa un terzo. Al netto della posizione geopolitica del nostro territorio, è chiaro che per la nostra regione si tratta di un'eredità pesante. Gli insediamenti militari hanno creato consistenti disagi in alcune zone, soprattutto in montagna: crollo del valore commerciale delle case confinanti, deterioramento del territorio, progressiva desertificazione di intere aree urbane».

Enormi complessi in stato di degrado in piccoli paesi
Gli esempi non si contano, vecchi e nuovi, come la ex caserma della Gdf di confine a Uccea di Resia (nelle foto), in stato di completo abbandono da anni, o la ex caserma sempre della Gdf di Drenchia, dismessa da pochi anni ma già cadente, al pari di quella di Stupizza, a Pulfero, presa di mira da vandali e ladri. 
 

«Sono strutture pericolanti, che necessitano di robusti interventi di messa in sicurezza e bonifica - dice Revelant -. Ho chiedo alla giunta di fare un censimento puntuale, individuare le aree riqualificabili e quelle in cui è necessario procedere con una demolizione, e chiedere allo Stato un contributo per gli interventi necessari. Non è pensabile che i piccoli paesi, già alle prese con problemi contingenti, vengano penalizzati ulteriormente dalla presenza di carcasse in avanzata fase di decomposizione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino