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POSSAGNO - «Sono pentito per quello che ho fatto, rimedierò ai danni». Ha fatto mea culpa l’operaio 24enne della castellana che mercoledì 29 settembre intorno alle 23 a bordo della sua Jeep Suzuki Samurai ha salito e sceso le scalinate che portano al Tempio di Canova, monumento tra i più emblematici dell’artista e luogo di culto cittadino. Queste le parole che ha pronunciato davanti ai Carabinieri di Castelfranco Veneto quando, grazie soprattutto ai video fatti circolare sui social network da alcuni presenti dov’era ben visibile la targa dell’auto, sono riusciti a risalire a lui e ad identificarlo come l’autore della bravata. Ora rischia di dover rispondere di danneggiamento aggravato di un luogo di culto e d’interesse artistico. La partita è passata nelle mani dell’autorità giudiziaria.
LA CONTA DEI DANNI
Ma a Possagno, i custodi del monumento, Opera Fondazione del Tempio si sono già attivati nella giornata di ieri per avere nel minor tempo possibile un preventivo dei danni fatti.
L’AMMISSIONE
Nel frattempo, davanti alle forze dell’ordine l’autore della bravata pare si sia detto pronto a metter mano al portafoglio e anche a rimboccarsi le maniche andando quindi incontro a quella che era la volontà del primo cittadino di Possagno, Valerio Favero. «Incontrerò il ragazzo nei primi giorni della prossima settimana, ieri purtroppo non sono riuscito ma è una cosa che farò dopo essermi confrontato con le forze dell’ordine – afferma il sindaco – Voglio fargli capire che ci sono altri modi per divertirsi e mi piacerebbe che un gesto come questo potesse diventare da negativo a positivo portandolo a mettersi al servizio della comunità, al fianco delle persone fragili, dei ragazzi diversamente abili». Un’azione che, stando alle verifiche dei militari, non è stata dettata da un’alterazione dovuta all’alcol. Frutto quindi solamente di un mercoledì sera sopra le righe e dalla voglia di essere il protagonista sui social network. Per gli amici presenti che hanno filmato l’impresa, al momento non ci sarà nessuna conseguenza in quanto solo testimoni e videomaker della bravata. Ma, anche per loro, i militari attendono l’evolversi dei fatti e la decisione dell’autorità giudiziaria.
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Il Gazzettino