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TREVISO - «Trasferire l’attività dell’aeroporto Canova in quello militare di Istrana? Ipotesi fantasiosa». I voli radenti sulla città? «Non vengono fatti. Gli aerei si muovono in corridoi, in coni ben specifici, e non si possono spostare da lì. Sono tracciati decisi e approvati dagli organi controllori. Magari ci sono dei margini, ma lì devono stare. Non c’è discrezionalità da parte dei piloti». Davide Bassano, responsabile della sostenibilità degli scali gestiti di Save, risponde con grande pacatezza ma con altrettanta fermezza alle accuse mosse contro l’attività dell’aeroporto Canova. Proprio venerdì il comitato contro i voli radenti sulla città, guidato da Valdo Tamantini, ha depositato a Ca’ Sugana una petizione di 551 firme per chiedere che i piloti evitino le virate troppo strette che portano gli aerei in fase di decollo a sorvolare a bassa quota in città. Inoltre, in un documento di nove pagine, il comitato propone anche di trasferire l’attività del Canova nell’aeroporto militare di Istrana definendolo più adatto per dimensioni, distanza dalla città e collegamenti. Ipotesi che però il dirigente di Save boccia su tutta la linea.
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IL TRASLOCO
«L’opzione di Istrana è abbastanza fantasiosa - ripete Bassano - primo perché parliamo di un aeroporto militare. Ci sono voluti diversi anni perché l’aeroporto di Treviso diventasse commerciale quando precedentemente aveva una finalità preminente militare, andata scemando passando proprio a Istrana.
I SORVOLI
Altra questione contesa sono i sorvoli sulla città, troppo spesso ritenuti una scelta discrezionale da parte dei piloti: «Anche questa osservazione è abbastanza strana - continua Bassano - l’aviazione commerciale si muove su corridoi, spazi fisici di atterraggio e decollo approvati da Enac e gestiti da Enav in termine di avvicinamenti, decolli e aerovie. Inoltre parliamo di aerei che per la maggior parte del tempo sono tutti condotti strumentalmente, solo in fase iniziale e finale il pilota prende in mano l’aeroplano e lo porta a terra o lo fa decollare». Insomma: è tutto codificato, nulla viene lasciato al caso, men che meno al libero arbitrio di un pilota. «Pensare che un aereo con passeggeri a bordo segua in maniera assolutamente discrezionale, al di fuori delle procedure approvate, un percorso di avvicinamento a un aeroporto, passando sopra centri abitati fregandosene di quelle che sono procedure approvate e autorizzate dagli enti di controllo, non penso sia possibile». E lo stesso vale per i voli radenti: «Non vengono fatti. Ogni aereo in volo segue un tunnel, è in un cono ideale all’interno del quale deve restare. Vero: non è una bici e ha un certo margine, ma non si può spostare da lì. Pensare che un pilota, a bordo di un aereo, possa decidere discrezionalmente di seguire percorsi diversi da quelli che gli enti di controllori hanno già approvato, mi lascia perplesso».
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Il Gazzettino