TREVISO - «Trasferire l’attività dell’aeroporto Canova in quello militare di Istrana? Ipotesi fantasiosa».
L'ingegnere friulano che "promette" di far volare i Boeing solo grazie a un elettrodo
IL TRASLOCO
«L’opzione di Istrana è abbastanza fantasiosa - ripete Bassano - primo perché parliamo di un aeroporto militare. Ci sono voluti diversi anni perché l’aeroporto di Treviso diventasse commerciale quando precedentemente aveva una finalità preminente militare, andata scemando passando proprio a Istrana. Che adesso Istrana possa diventare un’opzione in alternativa a Treviso, in questo momento mi sembra abbastanza remota come possibilità». Ma l’opzione Istrana resta per Save poco giustificabile anche dal punto di vista pratico: «L’aeroporto di Istrana non è in mezzo al nulla, nel deserto - osserva il dirigente - ha intorno a sé dei centri abitati e anche importanti. E sono sia laterali all’aeroporto che sulle direttrici di atterraggio e decollo. Dal punto di vista ambientale non è detto che la situazione sia destinata a migliorare rispetto a quella attuale. Direi che la proposta di portare il Canova lì è veramente singolare». Marco Pinzi, presidente di Aertre, non risparmia poi una battuta: «Il comitato ha presentato 551 firme per spostare il Canova? Sono sicuro che ce ne sarebbero pronte 552 di cittadini di Istrana che, invece, chiedono che tutto rimanga com’è».
I SORVOLI
Altra questione contesa sono i sorvoli sulla città, troppo spesso ritenuti una scelta discrezionale da parte dei piloti: «Anche questa osservazione è abbastanza strana - continua Bassano - l’aviazione commerciale si muove su corridoi, spazi fisici di atterraggio e decollo approvati da Enac e gestiti da Enav in termine di avvicinamenti, decolli e aerovie. Inoltre parliamo di aerei che per la maggior parte del tempo sono tutti condotti strumentalmente, solo in fase iniziale e finale il pilota prende in mano l’aeroplano e lo porta a terra o lo fa decollare». Insomma: è tutto codificato, nulla viene lasciato al caso, men che meno al libero arbitrio di un pilota. «Pensare che un aereo con passeggeri a bordo segua in maniera assolutamente discrezionale, al di fuori delle procedure approvate, un percorso di avvicinamento a un aeroporto, passando sopra centri abitati fregandosene di quelle che sono procedure approvate e autorizzate dagli enti di controllo, non penso sia possibile». E lo stesso vale per i voli radenti: «Non vengono fatti. Ogni aereo in volo segue un tunnel, è in un cono ideale all’interno del quale deve restare. Vero: non è una bici e ha un certo margine, ma non si può spostare da lì. Pensare che un pilota, a bordo di un aereo, possa decidere discrezionalmente di seguire percorsi diversi da quelli che gli enti di controllori hanno già approvato, mi lascia perplesso».