SAPPADA - Uno dei motivi principali per il passaggio di Sappada dal Veneto al Friuli Venezia Giulia era la cessione delle strutture impiantistiche alla Regione friulgiuliana, per...
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Affare neve, il "passaggio" degli impianti al Friuli avverrà per gradi: ecco le tappe
Sci, l'impianto "Pian dei nidi" passa al Friuli Venezia Giulia
Resta ancora aperta la trattativa per l'acquisto della seggiovia del Monte Siera, quella di Sappada 2000 e l'impianto della Pista Nera, con relativi rifugi, per i quali la società Gis, cioè un gruppo di imprenditori sappadini che avevano acquistato all'asta del tribunale fallimentare di Udine questi impianti per circa 650 mila euro, vorrebbe ottenere un prezzo maggiore rispetto a quello proposto dalla Promoturismo. Ma è presumibile che alla fine un accordo si troverà e la stagione invernale potrà svolgersi con il nuovo assetto proprietario, ancora una volta esterno alla vallata.
LA CROCE INVERNALEInfatti gli impianti di risalita sono sempre stati la croce del turismo invernale di Sappada. Finita la gestione famigliare dei Puntil, dei Quinz, fallito l'esperimento di gestione comunale in accordo con Veneto Sviluppo, le strutture impiantistiche e Nevelandia era state rilevate dalla società Getur, presieduta da don Luigi Fabbro, che gestiva il complesso alberghiero di Piani di Luzza sopra Forni Avoltri e il villaggio di Lignano Sabbiadoro. Ma quell'esperienza finì nel fallimento delle società che il sacerdote ed il suo commercialista, Franco Pirelli Marti avevano messo in piedi per investire in impianti e condomini nella vallata sappadina.
ANNI DI LOTTEPer anni il Tribunale di Udine aveva affidato la gestione delle strutture fallite alla società Campetti, presieduta da Daniele Kratter, fino al loro acquisto all'asta da parte del gruppo di imprenditori della società Gis. Ora tutto si ricompone nella proprietà della Promoturismo, che certamente si avvarrà nella gestione della professionalità delle maestranze locali, per riuscire a dare continuità agli sforzi profusi in questi anni da molti operatori turistici sappadini per far funzionare gli impianti durante la stagione invernale. Ma restano sempre le incognite e i dubbi sul futuro del turismo invernale in una stazione come Sappada, che non ha collegamenti con altri territori sciabili.
Lucio Eicher Clere Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino