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PEZ - «Internet invaso dalle foto della Ferragni. Una la salvo e me la stampo: sarà il miglior rimedio per far sparire all’istante, quando sopraggiungono, le tentazioni della carne». Dalle messe celebrate nei piccoli paesi di montagna ai tweet che trattano argomenti di cultura, di storia, di arte ma anche di politica e attualità. Don Claudio Centa, parroco di Pez, nella zona del Feltrino, in provincia di Belluno, è uomo attivo sui social network, offrendo ai suoi follower (oltre 2 mila) occasioni di riflessione e dibattito. In questi giorni però si è lasciato andare sull’evento del momento: la partecipazione di Chiara Ferragni al Festival di Sanremo, vestita con un abito che disegnava il suo corpo. Un tweet che ha acceso un forte dibattito, perché ha affrontato a viso aperto argomenti come sesso, tentazione, peccato, immagini scabrose o comunque di nudo, anche se solo “immaginato”. Oltre 500 i “mi piace”, una sessantina i commenti, una cinquantina i retweet. Don Claudio Centa svolge la sua attività religiosa nelle zone del Cesiolino (Cesiomaggiore è vicino a Feltre) ed è apprezzato dai fedeli per le omelie che permettono di riflettere. Originario di Farra di Feltre, 57 anni, oltre alla sua attività di parroco a Pez svolge quella di responsabile dell’archivio storico diocesano di Belluno-Feltre. Un ruolo che gli è congeniale vista la sua grande passione per storia, arte e cultura. Uomo non solo di fede quindi, don Claudio ha un’altra grande passione: Twitter. Iscritto al social network recentemente acquisito da Elon Musk, il parroco conta 2161 follower che ne seguono le riflessioni, per lo più legate all’arte. Pubblica dipinti, spesso anche legandoli a episodi della sua vita privata, e racconta le storie degli autori. Spazio anche ai testi, soprattutto quelli del Cinquecento. Non disdegna neppure la pubblicazione di iniziative promosse dalla diocesi né tweet di promozione del territorio in cui vive.
IL PROFANO
A volte però scivola su riflessioni politiche, criticando chi fa politica a sinistra perché scrivono testi «copia incolla, con tanto livore e originalità zero» a cui lega poi citazioni di Lenin quali “calunniate, calunniate qualche cosa resterà”.
IL PRECEDENTE
Don Claudio Centa è noto per il suo “spirito libero” in temi di attualità. Ricordiamo infatti che nel 2013, quindi esattamente 10 anni fa, pubblicò una nota pubblico-privata su Facebook in cui velatamente aveva espresso dissenso sull’indulgenza della diocesi in relazione al caso dell’ex collega, Giulio Antoniol, che aveva lasciato l’abito talare per convolare a nozze con una donna con cui ha vissuto more uxorio quando l’arciprete di Feltre era ancora “in servizio”.
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