Sanitari no vax, 34 sospesi a Vicenza. A Treviso partono 180 lettere

Sanitari, 34 sospesi a Vicenza. A Treviso partono 180 lettere
All'unanimità il Consiglio regionale l'ha ribadito anche ieri: «Chiunque opera in contesti sanitari e sociosanitari pubblici e privati deve essere vaccinato...

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All'unanimità il Consiglio regionale l'ha ribadito anche ieri: «Chiunque opera in contesti sanitari e sociosanitari pubblici e privati deve essere vaccinato contro il Sars-CoV-2». Questo è il senso della mozione, presentata dalla dem Anna Maria Bigon, che impegna la Giunta «a verificare con la massima urgenza il tasso di vaccinazione del personale» e a fare in modo che gli operatori non immunizzati «non entrino in contatto con i pazienti». Così le Ulss si mobilitano: la 8 Berica ha già reso effettive le prime 34 sospensioni e la 2 Marca Trevigiana ha annunciato per domani l'invio di 180 lettere, anche se oggi i direttori generali torneranno a riunirsi con la Regione per verificare i margini di una soluzione alternativa, mirata a scongiurare lo stop dei servizi.


LA LINEA
Il tentativo è di trovare una linea condivisa, come peraltro chiede anche la Fp Cgil. «Servono chiarezza nei numeri e nelle decisioni, non si può predicare durezza e poi fare marcia indietro, questo genera solo confusione», afferma il segretario Ivan Bernini. Nel confronto con i sindacati, a Treviso il dg Francesco Benazzi ha trovato resistenze all'ipotesi di ricorrere agli straordinari o al blocco delle ferie. Per questo verrà studiata con le altre aziende sanitarie la possibilità di sottoporre i non vaccinati al tampone ogni 48 ore o di spostarli nei reparti Covid. Invece per il momento a Vicenza sembrano escluse ripercussioni sui pazienti: «Il provvedimento non avrà conseguenze dirette sui servizi erogati ai cittadini, anche se ha reso necessaria una riorganizzazione con la ridistribuzione interna di altre risorse di personale». (a.pe.)

 

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Il Gazzettino