All'unanimità il Consiglio regionale l'ha ribadito anche ieri: «Chiunque opera in contesti sanitari e sociosanitari pubblici e privati deve essere vaccinato contro il Sars-CoV-2».
LA LINEA
Il tentativo è di trovare una linea condivisa, come peraltro chiede anche la Fp Cgil. «Servono chiarezza nei numeri e nelle decisioni, non si può predicare durezza e poi fare marcia indietro, questo genera solo confusione», afferma il segretario Ivan Bernini. Nel confronto con i sindacati, a Treviso il dg Francesco Benazzi ha trovato resistenze all'ipotesi di ricorrere agli straordinari o al blocco delle ferie. Per questo verrà studiata con le altre aziende sanitarie la possibilità di sottoporre i non vaccinati al tampone ogni 48 ore o di spostarli nei reparti Covid. Invece per il momento a Vicenza sembrano escluse ripercussioni sui pazienti: «Il provvedimento non avrà conseguenze dirette sui servizi erogati ai cittadini, anche se ha reso necessaria una riorganizzazione con la ridistribuzione interna di altre risorse di personale». (a.pe.)