VENEZIA - Si sta impegnando per avere un Centro NeMO in Veneto. Malgrado il nome evochi il pesciolino spericolato della Pixar, nulla ha a che vedere con film e cartoni. Si...
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A prendersi a cuore la missione è Mattia Lovato, 23enne di Lonigo nel Vicentino affetto da SMA 2, che lo scorso novembre è stato ricoverato al NeMO di Milano e ha potuto assaporarne i vantaggi. Così ha formato il gruppo Facebook Mostriamo i muscoli insieme a Sara Favaretto, 40enne di Treviso, affetta dalla stessa patologia, che in pochi giorni ha raccolto centinaia di persone e ha incontrato Alberto Fontana che è il presidente della Fondazione Serena - che ha in carico i NeMo nell'ospedale Niguarda di Milano, nell'ospedale La Colletta di Arenzano (Genova), nel Policlinico Universitario di Messina e nel Gemelli di Roma - che gli ha garantito il sostegno economico. Sara e Mattia hanno anche contattato il campione Roberto Baggio che li sta aiutando in questa impresa.
Nessuno meglio di Mattia può spiegare quanto vantaggioso sia essere seguito da un centro NeMO: è affetto da SMA di tipo 2 e dal 2009 vive disteso. Questo non gli impedisce comunque di uscire e non lo ha nemmeno ostacolato negli studi: si è infatti diplomato con il massimo dei voti all'istituto tecnico economico Rosselli della sua città.
IL PROGETTO
«In Veneto sono 6.500 i malati neuromuscolari e in questi centri è possibile essere seguiti da un team multidisciplinare - spiega Mattia - perché le malattie neuromuscolari comportano disabilità che interessano il movimento, la capacità respiratoria, la comunicazione, la deglutizione, l'apparato gastrointestinale e la funzione cardiaca. Quindi c'è bisogno di vari specialisti che vanno dal neurologo al neuropsichiatra infantile, dal fisiatra al pneumologo. In un centro NeMO tutte queste figure lavorano in gruppo e si fanno carico dei bisogni del paziente creando le condizioni per sviluppare trattamenti innovativi». Mattia Lovato e Sara Favaretto hanno stilato un progetto del centro clinico NeMO in Veneto da realizzare nell'ospedale di Padova: un lavoro preciso con descrizioni dettagliate e stima dei costi.
«Abbiamo inviato il progetto al governatore del Veneto Luca Zaia e confidiamo che quanto prima ci possa incontrare - continua Mattia - i finanziamenti per la ristrutturazione, l'arredo e la strumentazione vengono messi dalla Fondazione Serena, mentre le prestazione nei centri NeMO sono a carico del servizio sanitario nazionale». Ora i pazienti veneti affetti da queste malattie vengono seguiti principalmente nell'hospice pediatrico di Padova, nella clinica Neurologica di Padova e nella Neurologia di Verona. «Ma tutti questi centri - conclude Mattia - presentano gravi carenze per un malato neuromuscolare, tra cui l'impossibilità strutturale nell'effettuare ricoveri multidisciplinari ed équipe mediche sprovviste di tutti gli specialisti necessari». Da qui il suo impegno per creare un NeMO in Veneto che possa seguire i pazienti dell'interno Nordest.
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Il Gazzettino