E' nata l'Usl 2 della Marca: l'azienda sanitaria unica per l'intera provincia. Per ora la rivoluzione è burocratica. In attesa del decollo del Cup unico per...
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Francesco Benazzi, direttore generale della nuova Usl 2 della Marca, pronte le foto segnaletiche?
«In ogni ospedale ci sarà la mia foto a grandezza naturale, assieme a quella del direttore sanitario e del direttore medico del presidio. Saranno impressi tutti i recapiti. I pannelli verranno posizionati all'ingresso principale del Ca' Foncello, a borgo Cavalli come in ogni altro presidio dove c'è afflusso di persone. In più, ci sarà un contenitore dove tutti potranno lasciare proteste, suggerimenti o anche apprezzamenti».
E la pagina su Facebook?
«Devo aprirla. Saremo in prima linea con l'elmetto anche su questo fronte. Fermo restando che preferisco sempre rispondere a voce».
Per i pazienti cosa cambierà con la nuova Usl 2 della Marca?
«Per ora nulla: troveranno gli stessi sportelli di sempre e ovviamente gli stessi ospedali. Al momento è più che altro un discorso amministrativo. Ringrazio i miei collaboratori che nell'ultimo periodo hanno lavorato molto per sistemare ogni cosa in vista del cambio».
Con il Cup provinciale le persone saranno spedite a fare visite ed esami in giro per la Marca?
«No. Per ora continueranno a fare riferimento alle strutture delle loro vecchie Usl. Quando avremo chiuso il progetto del Cup provinciale potrebbero essere previsti degli spostamenti. Ma cercheremo sempre di favorire i cittadini tenendo conto di dove vivono. Le ambulanze, ad esempio, faranno sempre riferimento agli ospedali a cui siamo abituati».
Qualcuno teme che la nuova Usl sia trevisocentrica.
«A Treviso c'è la sede amministrativa. Ma le vecchie Usl 7 e 8 non saranno affatto periferia. Tutti i servizi restano in loco. Saranno i direttori a spostarsi».
Il piano di riorganizzazione degli ospedali prevederà chiusure?
«Creeremo poli di eccellenza. Nei prossimi sei mesi organizzeremo le reti cliniche. Il personale, comunque, si sposterà solo su base volontaria. Discuteremo con i clinici e ci confronteremo con i sindaci. Ma i servizi non verranno toccati. Nessun ospedale perderà nulla. Semplicemente alziamo l'asticella, mantenendo le strutture attuali e organizzando i vari presidi per punti di prestazione». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino