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BELLUNO - Tutti si aspettavano un nuovo direttore generale per l’Ulss 1 dopo la morte di Maria Grazia Carraro. E invece la Regione del Veneto ha deciso di dare a Belluno un commissario, Giuseppe Dal Ben, che si dividerà tra l’Azienda ospedaliera di Padova e quella Dolomitica. Una scelta che ha suscitato commenti diversi, sia nel mondo politico che dell’associazionismo, soprattutto fra chi auspicava di vedere nella sede Ulss di via Feltre un professionista che lavorasse a tempo pieno.
LA PROVINCIA
Una posizione netta, senza filtri, arriva anche dal presidente della Provincia, Roberto Padrin. «Auguri di buon lavoro al dottor Dal Ben - afferma Padrin -. Mi auguro che la grande esperienza maturata negli anni possa essere messa a beneficio della nostra sanità e voglio pensare che il doppio incarico - a Belluno e a Padova - possa servire a far capire le nostre esigenze e metterle sullo stesso livello di quelle di una realtà di pianura e di area metropolitana, e non diventi invece un alibi per dimenticare e di fatto ridurre al minimo l’impegno per la montagna, che ha numeri più piccoli è vero, ma distanze da colmare ben più consistenti. La permanenza dei servizi, su tutti i presidi sanitari, è la base imprescindibile su cui costruire la lotta allo spopolamento. Ma sono certo che il dottor Dal Ben e il suo staff sapranno lavorare in questo senso».
«SIAMO COMMISSARIATI»
Perplesso il circolo Pd provinciale che parla di un doppio incarico che appare come «un commissariamento.
VERSO L’UNIFICAZIONE?
Il segretario provinciale Del Bianco conclude con una considerazione sul futuro dell’azienda Ulss 1. «Rileviamo infine che sempre, in Veneto, quando un direttore è stato nominato a scavalco tra due aziende, l’operazione risultava propedeutica a qualche genere di unificazione. È questo il futuro che attende l’Ulss 1?». La preoccupazione è che a marzo del 2024, quando scadrà l’incarico di Dal Ben, vi possa essere un’amara sorpresa.
LA BATTAGLIA
Nei giorni scorsi, l’associazione Famiglia Feltrina a capo di una cordata di associazioni del Feltrino aveva chiesto a gran voce che venisse nominato a breve giro un direttore generale e soprattutto che fosse bellunese o che avesse una profonda conoscenza delle peculiarità della sanità di montagna. «Il professionista scelto è di alto profilo visti i risultati che ha ottenuto – sottolinea il vicepresidente di Famiglia Feltrina Antonio Bortoli -. Avevamo auspicato che venisse scelta una persona che conoscesse il territorio montano in quanto 1 km qui non è uguale ad 1 km in pianura. La scelta fatta dalla Regione è stata un’altra. Quello che possiamo al momento fare è rimetterci ai fatti e sperare che sia in grado di apprendere in fretta quelle che sono le peculiarità del nostro territorio». Bortoli incalza sottolineando che «è un momento difficile e particolare per la sanità della nostra provincia. Auspico che il nuovo direttore generale comprenda le esigenze dei vari nosocomi che ci sono e li valorizzi tutti perchè sono convinto che la sanità bellunese o si salva tutta insieme oppure sarà un problema per la nostra provincia». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino