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Il 26 gennaio, l’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale ha aperto le buste. Cercava due specialisti in Ginecologia e Ostetricia per l’ospedale di San Vito. Li cercava con la forma del lavoro autonomo e il concorso era stato bandito mesi prima. Due figure necessarie, non cento. Eppure niente da fare, all’appello ha risposto solamente uno specializzando, nemmeno un professionista fatto e finito. Trentadue ore settimanali, ecco il suo impegno previsto. Il problema è che così il reparto non ce la fa. Si legge chiaramente nella delibera dell’AsFo: «La struttura non è comunque in grado di assicurare l’attività assistenziale, in quanto, nonostante il reclutamento di una persona e un incarico libero professionale già conferito fino al 31 luglio si rende necessario coprire un altro posto vacante dovuto al licenziamento a fine gennaio di una unità per trasferimento in altra sede, nonché garantire il successivo turnover».
L’EMERGENZA
Un’ospedale già in bilico per quanto riguarda il suo punto nascite, affronta un’altra sofferenza in Ginecologia.
IL QUADRO
Per quanto riguarda i medici di base, c’è una buona notizia. Non rimarranno scoperti i circa 1.800 pazienti del dottor Gustavo Della Bianca, che andrà in pensione questa primavera, presumibilmente ad aprile. C’è già il nome del sostituto: il dottor Vincenzo Scimonetti, attualmente operante nel distretto delle Dolomiti Friulane. Della Bianca, che esercita la professione nell’ambulatorio di via San Luigi Scrosoppi, è un punto di riferimento per la comunità da 40 anni. Quella che si sta concludendo è per il medico «una bella carriera. Il lavoro è straordinario: si ha a che fare con gli aspetti scientifici e concreti dell’anatomia, ma soprattutto con le persone, con l’animo umano». «Ci sono cose che possono sapere solo i medici e i preti», scherza Della Bianca, che ha già le idee chiare su come desidera trascorrere il tempo in pensione: «vorrei fare il rilegatore di libri, la mia passione». Anche il dottore, però, esprime preoccupazione per la situazione attuale: pochi medici giovani e pazienti in sovrannumero. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino