Frammenti nel cuore dopo l'operazione al pacemaker al Ca' Foncello. La paziente di Cassola chiede i danni all'Usl

Operata al pacemaker al Ca' Foncello, le rimangono due frammenti nel cuore
TREVISO - Due frammenti sono rimaste in sede cardiaca durante l'operazione per sostituire il pacemaker. E questa è l'unica cosa certa. Perché per il resto da...

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TREVISO - Due frammenti sono rimaste in sede cardiaca durante l'operazione per sostituire il pacemaker. E questa è l'unica cosa certa. Perché per il resto da una parte c'è la paziente, una 60enne di Cassola, che dopo l'intervento eseguito a Treviso è pronta a chiedere il pagamento dei danni e si è rivolta allo Studio3A di Mestre, che non esita a parlare di errore medico. E dall'altra c'è l'unità di Cardiologia, guidata dal primario Carlo Cernetti, che respinge l'accusa in modo netto. Le visioni divergono già sulla lunghezza dei frammenti in questione. Lo Studio3A, agenzia con sede a Mestre, parla di due frammenti lunghi rispettivamente 6-8 centimetri e 3-4 centimetri. Mentre il primario fa riferimento a frammenti di 6 e 12 millimetri.


LA DENUNCIA
La donna, inviata a Treviso dalla Cardiologia di Bassano, è stata operata al Ca' Foncello il 24 febbraio del 2021. A fronte dell'infezione del dispositivo, si era deciso di procedere con la sostituzione del pacemaker. E' durante questo intervento che si sono spezzati i due frammenti. «La 60enne vive con la spada di Damocle di due pezzi di metallo conficcati in sede cardiaca. Due spine nel cuore», dicono dallo Studio3A. Il caso è seguito dal consulente legale Alessio Rossato. «Il risultato è che la paziente deve evitare qualsiasi tipo di sforzo, non può svolgere attività fisiche né praticare sport incalzano dall'agenzia e soprattutto vive nell'ansia e nell'angoscia continua che questi pezzi di metallo possono all'improvviso migrare e ledere l'arteria».


LA REPLICA


Dal Ca' Foncello, però, sono convinti di aver fatto tutto il possibile. «L'intervento di estrazione del pacemaker si era reso necessario per una grave infezione e spostamento del pacemaker, potenzialmente letali è la ricostruzione di Cernetti abbiamo eseguito con successo l'intervento. Due micro frammenti di uno dei due cateteri sono rimasti uno adeso alla parete cardiaca dove era ancorato mentre l'altro, di minime dimensioni, è migrato nel circolo distale polmonare, senza comportare alcuna alterazione clinico strumentale». «In base ai dati in letteratura, che dimostrano che la presenza di micro-frammenti non ha alcun impatto clinico per la paziente, la stessa è stata correttamente dimessa e riaffidata alla Cardiologia di Bassano con il problema per cui ci era stata riferita risolto, cioè il rischio di infezione potenzialmente letale a dimostrazione della correttezza della scelta, la paziente è in ottime condizioni e non ha e non avrà alcuna limitazione nella sua vita quotidiana né a svolgere attività fisica».  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino