Modeste irregolarità che vengono perdonate e piccoli sottotetti che diventano abitabili. Al voto fra ieri e oggi, in Consiglio regionale, due leggi che di fatto autorizzano...
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LE DISCREPANZE
Con 28 voti favorevoli, 8 contrari e 7 astenuti è passata in aula la norma che dà il via libera alla regolarizzazione delle «piccole difformità edilizie». Con questa espressione si intendono le discrepanze fra l'opera esistente e il titolo edilizio o il progetto approvato, purché ricadano in una di queste cinque situazioni: aumento in volume fino a 90 metri cubi; aumento in superficie fino a 30 metri quadri; diverso utilizzo dei vani, ferma restando la destinazione d'uso consentita; modifiche non sostanziali della localizzazione dell'edificio, purché rispettino le distanze dai confini; altre diversità che non modificano la struttura e l'aspetto complessivi. Per ottenere la sanatoria, sarà sufficiente presentare la Scia (Segnalazione certificata di inizio attività), pagare il contributo edilizio e versare una multa fissata, a seconda delle descritte categorie, in 70 euro al metro cubo, 210 euro al metro quadro, 500 euro a vano, 1.000 e 750 euro per le altre anomalie. La possibilità è riservata ai fabbricati costruiti prima del 28 gennaio 1977, giorno in cui è entrata in vigore la legge sull'edificabilità dei suoli.
Rispetto alle perplessità dell'opposizione, il relatore Calzavara ha difeso il provvedimento: «Parliamo di abusi minori che, pur non impedendo la commerciabilità del bene, la rendono indubbiamente meno vantaggiosa economicamente». Ma il correlatore Stefano Fracasso ha comunque annunciato l'astensione del Partito Democratico: «È un provvedimento al limite, perché si rischia di scivolare nelle competenze statali». Ha concesso il dem Graziano Azzalin: «Credo che alcune risposte vengano date. Vedremo nell'attuazione se saranno esaustive». Il collega Bruno Pigozzo ha espresso soddisfazione per l'accoglimento di un emendamento che destina l'incasso delle sanzioni «preferibilmente al finanziamento di programmi locali di riqualificazione urbana e al potenziamento delle attività di controllo».
IL RECUPERO
Continuerà invece oggi pomeriggio la discussione sul testo che consente il recupero, a fini abitativi, dei sottotetti esistenti al 6 aprile 2019, data a cui risale il piano Veneto 2050. Potranno essere regolarizzate le mansarde con altezza minima di 1,60 metri in pianura e 1,40 in montagna e con altezza media, rispettivamente, di 2,40 e 2,20. Anche in questo caso saranno previste delle multe. «Sarà possibile fare la stanza in più per esigenze di carattere familiare ha sottolineato Barison recuperando spazi altrimenti destinati solo a deposito, a patto che servano per l'ampliamento dell'abitazione esistente, non per realizzarne una nuova».
LA PROROGA
Sempre in tema di costruzioni, infine, via libera alla proroga al 30 settembre 2020 di due scadenze inizialmente previste per il prossimo 31 dicembre. Si tratta dei termini per l'adeguamento, da parte dei Comuni, alle disposizioni sul contenimento del consumo di suolo e al Regolamento edilizio tipo.
Angela Pederiva Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino