Padellata al marito infedele, il giudice assolve la donna: «Fatto tenue»

Padellata al marito infedele, donna assolta
SAN VITO DI CADORE - Una lite in cucina, partita con la scoperta del tradimento del marito e terminata con una padellata sulla mano dell’uomo e 30 giorni di prognosi per il...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

SAN VITO DI CADORE - Una lite in cucina, partita con la scoperta del tradimento del marito e terminata con una padellata sulla mano dell’uomo e 30 giorni di prognosi per il distacco osseo di un dito. Il fatto è stato accertato e confermato in sede di indagine ma il giudice Feletto, con la sentenza pronunciata ieri mattina in tribunale a Belluno, ha assolto dal reato di lesioni aggravate A.N., 47enne originaria di Budapest (Ungheria) e residente a San Vito di Cadore. Motivo? L’imputata non è punibile “per particolare tenuità del fatto”. L’episodio risale a due anni fa ma si è trattato di un processo lampo.

L’avvocato della difesa, Luciano Licini, e il pubblico ministero hanno acconsentito all’acquisizione degli atti e, di conseguenza, non è stato necessario ascoltare i testimoni. Questo ha permesso di accorciare notevolmente i tempi e passare subito alla discussione. La litigata risale al 6 novembre 2019 quando la 47enne di origini ungheresi scopre alcune foto compromettenti sul cellulare del marito. Secondo la donna quelle immagini sono la prova dell’avvenuto tradimento da parte dell’uomo, 49 anni di San Vito di Cadore. Emerge, inoltre, che qualche giorno prima il marito ha portato il figlio minorenne a conoscere l’amante. Accecata dalla rabbia e dalla gelosia, A.N. si scaglia contro l’uomo e ne nasce una discussione accesa al culmine della quale la 47enne afferra una padella di alluminio e la scaglia sulla mano sinistra dell’uomo causandogli delle lesioni personali consistite in “distacco osseo alla base della falange ungueale del primo dito”: 30 giorni di prognosi. Ma non è l’unica conseguenza della litigata. Dopo avergli lanciato la padella, la donna scivola e cade a terra procurandosi una distorsione del ginocchio (dichiarata guaribile, anche questa, in 30 giorni). In una requisitoria molto concisa, il pubblico ministero ha dichiarato provati i fatti e correttamente contestati le aggravanti: anche la padella può essere un’arma impropria. In generale rientra nella categoria qualunque oggetto capace di arrecare lesioni, il cui scopo principale non è però quello di offendere. Ad esempio: mazze, tubi, catene, bulloni, martelli, etc. Per questo episodio il pm ha chiesto 6 mesi di reclusione. L’avvocato Licini ha provato a spiegare le motivazioni che avevano portato la donna a comportarsi in quel modo: il marito nascondeva le foto del tradimento e aveva fatto conoscere l’amante al figlio. Il giudice, come anticipato, l’ha assolta spiegando che, pur essendo provato, il fatto nasce dalla reazione dell’imputata contro il comportamento dell’uomo. A seguito del quale, inoltre, i rapporti si sono normalizzati e i due si sono separati. 

Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino