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SAN DONA' DI PIAVE - L’importo era di quelli importanti, di quelli che rischiano di rimettere in discussione tutta la tua vita, non solo professionale. La cartella era arrivata a un (ex) imprenditore sandonatese dall’Agenzia delle Entrate. La cifra: 311mila euro, accumulati per presunte irregolarità nel versamento di contributi previdenziali. Condizionale d’obbligo, perchè la cartella è stata “azzerata” dal Giudice del Lavoro al termine dell’udienza che si è svolta ieri mattina. E senza entrare nel merito, ma affrontando, di fatto, la “forma” più che la sostanza. L’avvocato Alessandro Filippi è, infatti, riuscito a sostenere la tesi difensiva secondo cui la cartella non era stata notificata nei termini previsti, ovvero entro i 5 anni.
MULTA CANCELLATA
Non solo: il giudice ha anche condannato l’Agenzia delle Entrate Riscossione al pagamento di 3mila euro per responsabilità aggravata, in quanto aveva eseguito un pignoramento ai danni del datore di lavoro del ricorrente. Nel frattempo l’uomo ha chiuso l’attività e ha iniziato a collaborare con un’altra azienda, nonostante il giudice stesso avesse sospeso il provvedimento in attesa del processo. La vicenda ha interessato il titolare di un’azienda di San Donà che si occupava di servizi. Per presunte irregolarità legate al versamento di contributi previdenziali, tra Inps e Istituto territoriale del Lavoro, all’uomo arriva la cartella esattoriale “monstre”, con la cifra da svenimento. Nel frattempo l’attività ha cessato di esistere, l’uomo ha trovato occupazione da un’altra azienda, oltre ad essersi trasferito da San Donà e Jesolo.
Il Gazzettino