Salvini non chiude la porta a Genty: «È uno di noi, ma ci deve rispettare»

Salvini non chiude la porta a Genty: «È uno di noi, ma ci deve rispettare»
TREVISO - Matteo Salvini non chiude le porte a Giancarlo Gentilini. Magari non lo chiamerà direttamente, come lo Sceriffo sotto-sotto spera, ma di certo non taglia nessun...

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TREVISO - Matteo Salvini non chiude le porte a Giancarlo Gentilini. Magari non lo chiamerà direttamente, come lo Sceriffo sotto-sotto spera, ma di certo non taglia nessun ponte. Da bravo segretario sa bene che gli obiettivi si raggiungono solo compatti. E sopra la sua testa non vuole la minima nube minacciosa. Quindi: toni rilassati e diplomazia in grandi quantità. Ma con dei paletti precisi: «Gentilini lo considero ancora della Lega, ma ovviamente bisogna rispettare i candidati, i sindaci, i consiglieri comunali. Io do rispetto ma chiedo rispetto. C'è l'occasione storica per prendere in mano questo paese e dare sicurezza e lavoro. Quindi le beghe e i litigi sono le ultime cose che mi interessano». 


LO SCERIFFO
Appena sceso dall'auto che lo sto portando in giro nel suo tour elettorale, che ieri pomeriggio ha toccato Treviso, la domanda sullo Sceriffo è stata la prima che si è sentito rivolgere. Del resta era inevitabile: lo scontro frontale Gentilini-Lega è epocale. E nemmeno il segretario federale del Carroccio può ignorarlo. Ma Salvini lo liquida toccando i tasti giusti: «C'è l'occasione storica di cambiare l'Italia, di avere l'autonomia - ricorda - c'è l'occasione, dopo trent'anni, di avere un presidente del consiglio della Lega. Quindi, fino al 4 marzo, conto sull'apporto di tutti: giovani e meno giovani. Gentilini è una risorsa e conta come risorsa».

 
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Il Gazzettino