MONSELICE - Accade tutto nel secondo tempo della sfida domenicale di Prima categoria tra Fossò e Nuovo Monselice, come un fulmine a ciel sereno. Un giocatore esce dal...
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Ecco, il passaggio a vuoto è arrivato dal gruppo di sostenitori del Nuovo Monselice che per oltre 90 minuti ha speso la propria voce per inneggiare senza se e senza ma la propria squadra: un repertorio peraltro vasto e nemmeno troppo ripetitivo, mai indirizzato contro la squadra avversaria, laddove gli unici sfottò sono stati indirizzati ad altre squadre padovane (Abano e Solesinese le più gettonate) probabilmente protagoniste di passate tenzoni e di antiche rivalità. E così, tra un giro di fumogeni e un rullo di tamburo, tutto era andato seguendo i binari del tifo organizzato di una squadra che sta vincendo e che chiuderà la gara superando nettamente l’avversario. Poi, all’improvviso, in un impeto nostalgico, anche un rettangolo di gioco tutto sommato anonimo, sprofondato nella campagna veneziana, diventa palcoscenico inatteso di ricordi novecenteschi. Iniziativa studiata? O un moto estemporaneo a imitazione di altri gesti visti (e poi sanzionati) su campi di calcio più illustri? Un coro che potrebbe avere ripercussioni anche sulla squadra, qualora venisse riportato nel referto arbitrale. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino