A Pordenone l’inchiesta sul triplice omicidio di Debar, dove la notte del 26 agosto 2018 fu sterminata una famiglia macedone emigrata a Sacile, si avvia verso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
problemi personali di natura psicologica. La Pocesta conviveva a Pinzano con un uomo di Conegliano, sposato e più anziano: alla famiglia aveva nascosto la relazione.
IL PROCESSO
La Procura di Gostivar ha chiuso le indagini confermando le pesanti accuse. Blerta Pocesta si avvia ad affrontare il processo con i due complici: Ferdi Gashi (32) e Veap Klobochishta (62), a cui si contesta di aver fornito assistenza alla giovane. Il primo l’avrebbe accompagnata in macchina all’appuntamento con il 62enne che le avrebbe venduto la pistola 7,65 usata per il triplice omicidio. Secondo l’accusa, tra le 3 e le 4 di notte Blerta avrebbe sparato a distanza ravvicinata togliendo la vita prima ai genitori poi alla sorella minore che dormiva in un’altra stanza. Tutti e tre sono stati colpiti in testa.
LA RICOSTRUZIONE
La 29enne aveva ingaggiato Ferdi attraverso un annuncio su un sito internet di Gostivar: “cerco un uomo determinato...”. Il 25 agosto è arrivata a Skopje in aereo e si è incontrata all’Hotel Hilton di Gostivar con i due complici. Insieme sono andati in un bar vicino alla stazione delle corriere, dove Klobochishta ha noleggiato una Seat Leon per due giorni. Insieme sono andati a Debar per acquistare la pistola. Secondo l’accusa, Klobochishta avrebbe chiesto alla Pocesta perchè servisse una pistola, lei avrebbe risposto: «Voglio uccidere qualcuno». «Non c’è problema - avrebbe replicato l’uomo - Ho una persona che lo può fare, dove andiamo ci sono pistole, bombe, kalashnikov e si può trovare chi può fare l’omicidio». Alle 17, vicino all’ospedale di Debar, viene acquistata una pistola 7,65 con impugnatura nera e 5 proiettili nel caricatore. È stata pagata 400 euro. A quel punto i tre sono andati a Struga. Appena usciti dal centro abitato di Debar hanno nascosto la pistola nel motore e la Pocesta ha pagato un compenso di 700 euro al 62enne.
IL MASSACRO
I tre hanno pernottato a Struga. A mezzanotte, secondo quanto ricostruito dalla Polizia macedone con l’aiuto anche di diverse telecamere di sicurezza, Blerta Pocesta sarebbe uscita dalla stanza senza informare i complici. Alle 2 di notte era a Debar, dove i genitori dormivano nella villa di via 1. Maggio costruita con tanti sacrifici. Avrebbe sterminato la famiglia poco prima delle 4 del mattino, alle 8 sarebbe rientrata a Struga. Klobochishta se n’era già andato. Si sono sentiti telefonicamente e si sono dati appuntamento vicino al lago: lei gli ha consegnato le chiavi dell’auto noleggiata e si è fatta accompagnare da Ferdi a Gostivar. Lì ha preso un taxi che l’ha portata all’aeroporto di Skopje, dove alle 13 decollava il volo JY163 diretto a Venezia. Nella lista dei passeggeri c’era anche il suo nome: Blerta Pocesta.
Cristina Antonutti
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino