Caro spesa: si pagano i sacchetti bio per frutta, verdura e pesce. La rivolta

MESTRE - Ambientalisti, sì, ma fino a un certo punto. Almeno non abbastanza da far digerire il balzello che scatta alla cassa del supermercato per chi ha fatto acquisti...

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MESTRE - Ambientalisti, sì, ma fino a un certo punto. Almeno non abbastanza da far digerire il balzello che scatta alla cassa del supermercato per chi ha fatto acquisti all'ortofrutta. Dal 1. gennaio, ma di fatto da ieri con la riapertura dei negozi, i sacchetti ultraleggeri (per imbustare frutta e verdura ma anche per carne e pesce) sono biodegradabili e compostabili. E fin qui tutto bene. Il fatto è che non li regalano più. Secondo il provvedimento il costo può andare dai 2 ai 5 centesimi, ma nella quasi totalità di super e ipermercati mestrini non si va oltre i 3 centesimi.

 

Nei reparti ortofrutta ci sono cartelli che citano le norme e gli slogan. All'Auchan è «Un impegno di tutti a difesa dell'ambiente», poi però il chiarimento: «In base alla legge i sacchetti devono essere ceduti solo a pagamento. Noi ci impegniamo a venderli a 2 centesimi, il prezzo che paghiamo noi» (al reparto pescheria di Auchan la confezione bio resta gratuita). Stessa cifra anche all'Interspar di via Torino e all'ortofrutta Favaro di via Miranese. Alla Pam, in corso del Popolo si pagano 3 centesimi. Ma qualsiasi sia la cifra, ai clienti, soprattutto gli anziani, il fatto di essere loro a pagarla non va giù. Gianna, pensionata di Zelarino di 69 anni, legge il cartello riga per riga: «Inaccettabile, i prezzi aumentano e ora ci fanno pagare anche i sacchetti». Il marito, accanto a lei, la fomenta: «Li pagavamo anche prima sotto altra forma, magari compresi nel costo dei prodotti, questo significa pagarli due volte»...
 
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Il Gazzettino