Rituale sul baby rugbista, la madre: «È stato un vero pestaggio»

Rituale sul baby rugbista, la madre: «È stato un vero pestaggio»
«Il pestaggio di mio figlio è avvenuto il 7 ottobre 2018, pochi giorni dopo il suo 16° compleanno, lo definisco così perché queste sono percosse,...

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«Il pestaggio di mio figlio è avvenuto il 7 ottobre 2018, pochi giorni dopo il suo 16° compleanno, lo definisco così perché queste sono percosse, come dimostra la foto, non semplici schiaffetti o goliardie». A parlare è la madre del giovane rugbista di Monselice che avrebbe subito  atti di bullismo: 10 gli indagati dal pm Andrea Bigiani. Le accuse sono lesioni (i 4 compagni di squadra) e omesso impedimento (i 6 adulti fra allenatori e dirigenti). La società coinvolta è la Monti Junior, 47 anni di storia, vivaio da cui sono usciti tanti campioni della FemiCz Rugby Rovigo. Ieri il suo nome non era stato fatto per tutelare i minori e lo stesso club. Oggi è la Monti a uscire allo scoperto, con le dichiarazioni del presidente e dell'ufficio stampa qui sotto.

LE PERCOSSE IN PULLMANIl racconto della mamma su quanto avrebbe subito il figlio, messo nero su bianco nella denuncia ai carabinieri da cui è partita l'indagine, è preciso e circostanziato. Corregge alcuni particolari emersi dalla prima ricostruzione. «Il fatto è accaduto al ritorno della squadra da una trasferta vinta a Treviso - spiega la donna - Mio figlio era appena passato dall'under 16 all'under 18. Quel giorno ha debuttato nella nuova categoria, insieme a un compagno. In pullman i due sono stati fatti spogliare nudi. Lui si è rifiutato ed è riuscito a conservare almeno gli slip. Poi sono partite le percosse sulla schiena. Urlava basta, diceva di non volere la matricola, ma i compagni hanno continuato e nessuno degli accompagnatori adulti della Monti è intervenuto a impedirlo. L'altro ragazzo, che ha scelto di non denunciare, ha dovuto addirittura esibire i genitali davanti al viso di uno degli accompagnatori. Abbiamo scritto anche questo nella nostra denuncia».
La donna smentisce che il giovane fosse consenziente, come trapelato da altre fonti, e che sia stato lui a scegliere il tipo di matricola fra il bottone (quella subìta) e la poesia, al posto di quella canonica della rapatura a zero. «Escludo categoricamente che mio figlio fosse consenziente - continua - Quando verso le 14,30 è tornato era serio e scosso. Con me inizialmente non ha voluto parlare dell'accaduto. L'ha fatto prima con il fratello maggiore, anch'egli rugbista, e con la vicina di casa, che era andata a prenderlo all'arrivo del pullman. Ha mostrato loro i segni delle percosse, togliendosi la maglietta. Solo dopo un'ora l'ha fatto con me. A quel punto ho preteso il numero del suo allenatore (l'All Black Joe McDonnell, uno dei sei adulti indagati, ndr). Gli ho mandato un messaggio scrivendo che saremo andati a fare denuncia ai carabinieri, lui non ha mai risposto».
DUBBI SUGLI EDUCATORIUn comportamento che fa a pugni con il ruolo di un educatore di giovani sportivi che deve rapportarsi anche con le famiglie. Come lo fa la successiva dichiarazione della donna riferita all'attuale dirigenza della Monti Junior. «Quando mio figlio ha iniziato a giocare a Rovigo in under 14 - rivela - Avevo detto all'allenatore Younes Anouer, che non voleva subire il taglio di capelli e nessun tipo di matricola. Ne era conoscenza anche Sara, conduttrice del pulmino della Monti con il quale andava allo stadio Battaglini. In under 14 e under 16 non è mai successo niente». Anche nell'under 18 lo staff tecnico della stagione precedente a quello del fattaccio risulta avesse vietato ai ragazzi le matricole, perché nel rugby i tempi sono cambiati e la goliardia oggi può essere male interpretata o trascendere. Con il rinnovo dello staff evidentemente le matricole alle reclute sono ritornate.

«Quando ho visto i segni sul corpo - conclude la donna - siamo corsi subito dai carabinieri di Monselice a sporgere denuncia. Mio figlio ha raccontato tutto. Siamo andati al pronto soccorso dove gli hanno riscontrato lesioni guaribili in dieci giorni. Lo stesso medico ha detto di non aver mai visto un pestaggio simile. Passati i dieci giorni aveva sanguinamenti dal naso e il medico gliene ha prescritti altri dieci. Noi non abbiamo ancora ricevuto dal magistrato l'avviso di chiusura delle indagini, ma i carabinieri nei giorni scorsi ci avevano preavvisato che sarebbe stato imminente». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino