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VENEZIA - All'ordine del giorno nella seduta di ieri a Palazzo Ferro Fini c'era anche la mozione di Luciano Sandonà per il ripristino del leone di San Marco sulla tessera sanitaria. Nella compressione dei tempi d'aula, il punto è slittato alle prossime convocazioni, ma non è stato questo rinvio il principale motivo di cruccio per il consigliere regionale del gruppo Zaia Presidente. «Mi hanno rubato il tesserino che aveva ancora il simbolo del Veneto: ho dovuto chiederne uno nuovo che non ce l'ha più e mi dispiace perché ci tenevo tanto», ha confidato con amarezza il padovano durante una pausa dei lavori, spiegando di essere stato vittima di un furto nella città del Santo.
LA MOZIONE
Ormai da due anni Sandonà attende che venga discussa la sua proposta di impegnare la Giunta regionale "a farsi portavoce presso i Ministeri competenti affinché sia ripristinato il logo delle Regioni nello spazio riservato nella tessera sanitaria". Com'è noto, un decreto emanato dal dicastero dell'Economia ha disposto che sulle "card" generate a partire dal 1° marzo 2022 non compaiano più i loghi regionali, dunque né i gonfaloni locali accanto alla bandiera italiana e al vessillo europeo, né gli animali identitari quali sono appunto il leone di San Marco in Veneto e l'aquila araldica d'oro in Friuli Venezia Giulia, solo per citare i casi del Nordest. "Cancellando i simboli di tutte le Regioni, ritenuti evidentemente non necessari, il Ministero rende percepibile la direzione verso cui lo Stato italiano tende a muoversi e cioè rallentare il più possibile l'Autonomia regionale prevista dalla Costituzione", è la posizione dello zaiano riversata nel testo, tornato d'attualità ora che manca un paio di settimane all'approdo della riforma nell'emiciclo di Montecitorio e perciò aumenta la fibrillazione leghista.
IL RACCONTO
È proprio durante questa attesa che i malviventi hanno preso di mira Sandonà a Padova. «È successo mercoledì scorso ha raccontato il consigliere regionale verso le 19.30.
Il Gazzettino