ROVIGO - Rapporti sessuali con una ragazzina che all’epoca non aveva ancora compiuto 13 anni, quando lui invece ne aveva 22, altri baci e toccamenti l’anno prima,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
LEGGI ANCHE Abusi sessuali sulla nipotina: 3 anni e 8 mesi allo zio
VITTIME RISARCITE
Due le giovani costituite parti civili: a una è stato liquidato un risarcimento di 5mila euro, all’altra una provvisionale di 20mila euro. Il 29enne doveva rispondere di violenza sessuale, atti sessuali con minorenne, violenza privata, pornografia minorile e detenzione di materiale pornografico con minori. È stato assolto per tre capi d’imputazione, relativi a tre accuse di violenza sessuale nei confronti di due ragazze di Adria, le cui testimonianze non sono risultate credibili, al punto che il collegio ha chiesto che gli atti venissero inviati in Procura per valutare se sussistano gli estremi perché vengano a loro volta indagate.
ACCUSE RIDIMENSIONATE
Anche altre tre delle accuse sono state riqualificate e alleggerite, ma l’impianto ha comunque retto. Il pm aveva chiesto una pena di 10 anni e mezzo. I fatti si riferiscono al periodo fra 2006 e 2012, l’inchiesta è stata coordinata dalla Procura di Venezia. La vicenda ricostruita più minuziosamente nel capo d’imputazione è quella relativa ad una ragazza alla quale il ferrarese, invitandola a casa sua, avrebbe poi estorto un rapporto completo quando aveva appena 12 anni e 6 mesi. Per costringerla a un nuovo rapporto sui sedili della sua auto, dopo una serie di toccamenti, Goretti avrebbe minacciato la ragazzina di mostrare a suo padre le foto che le aveva scattato nel precedente incontro. E altre foto, nuda e in atteggiamenti provocanti, sarebbe stata lei stessa a scattarle e inviarle a lui. Un comportamento che si sarebbe ripetuto anche con altre.
LA DIFESA
«La pena appare particolarmente eccessiva – commenta l’avvocato Sandra Passadore, difensore del 29enne – E’ sbalorditivo che si sia celebrato un processo per fatti che risalgono a dieci anni fa sulla base di dichiarazioni che le ragazzine hanno fatto ai carabinieri in presenza dei rispettivi genitori. La mancanza di incidente probatorio ha gettato un pregiudizio su tutta l’attività probatoria, con la mancata assunzione di un testimone chiave che ha rappresentato una grave compromissione dei diritti della difesa». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino