La mostra "Rugby. Rovigo città in mischia" permanente al "Battaglini". Primo passo verso il museo

Riallestita in tribuna Lanzoni una partre dell'esposizione di Palazzo Roncale

La mostra permanente sul Rugby Rovigo allestita in Tribuna Lanzoni
ROVIGO - Non è ancora un museo del rugby, ma può essere il suo primo abbozzo. Oppure è una mostra permanente sulla storia della Rugby Rovigo. Chiamatela come...

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ROVIGO - Non è ancora un museo del rugby, ma può essere il suo primo abbozzo. Oppure è una mostra permanente sulla storia della Rugby Rovigo. Chiamatela come volete. L’importante è che il seme gettato con l’esposizione allestita dalla Fondazione Cassa di Risparmio a Palazzo Roncale fra ottobre e gennaio abbia prodotto ulteriore frutti.


Rugby. Rovigo città in mischia”, così s’intitolava la mostra, è stata vista da oltre diecimila visitatori e una parte è ora visitabile in modo permanente allo stadio “Battaglini”. La casa della Rugby Rovigo. Gli armadietti stile spogliatoio, dentro i quali ci sono le ricostruzioni storiche luminose dal 1935 a oggi, più diverse foto e pannelli sono stati acquisiti dalla società, portati allo stadio e trasformati in una nuovo allestimento in due locali della tribuna “Lanzoni”, fra gli uffici di segreteria e la sala consiliare. Una terzo locale dovrebbe essere pronto nelle prossime settimane. Il percorso è stato realizzato con cura da Cristina Todaro, adetta alla segreteria. Giocatori ed ex giocatori, come Meirion Prosser quando è venuto a Rovigo dal Galles, hanno già iniziato a lasciare le loro firme sulle porte degli armadietti, com’era successo per tutto il periodo dell’esposizione a Palazzo Roncale, facendoli diventare una sorta di “Wall of fame” rossoblù.
La mostra permanente costituisce ora un tutt’uno con la sala consigliare, che contiene i trofei rossoblu, ed è accanto all’area hospitality della tribuna centrale. Potranno visitarla tutti gli ospiti che verranno alle prossime partite. Ma è visitabile fin d’ora da tifosi e appassionati che lo desiderano, negli orari in cui è aperta la segreteria.
L’operazione di trasferimento dei pannelli espositivi allo stadio ha visto coinvolti gli allestitori e i curatori della mostra, la Rugby Rovigo, la Fondazione Cariparo e il Comune. La sinergia d’intenti ha permesso una preziosa testimonianza non vada dispersa e che venga creato un luogo permanente della memoria dei Bersaglieri, a due anni dal 90° anniversario di nascita della società. Per il presidente Francesco Zambelli è anche un passo avanti, pur piccolo, verso l’ammodernamento dello stadio “Battaglini” (progetto da 4,5 milioni di euro), perché torni a ospitare eventi internazionali e sia sempre più degno del suo appellativo di “tempio del rugby”.
Un altro importante contributo alla storia del rugby a Rovigo lo ha fornito dal 1° agosto la Federazione rendendo pubblico “Fir 100. L’archivio storico-fotografico del rugby italiano”. Si tratta di circa 40.000 immagini digitalizzate e catalogate, nucleo portante della più ampia operazione culturale di avvicinamento al primo secolo di vita della Fir, curata da Francesco Grosso, Elvis Lucchese, Daniele Resini e Gianluca Galzerano.


ARCHIVIO FIR E MONDOVALE


«Mondovale è presente nell’archivio Fir con molti reperti provenienti dal proprio archivio digitale e sta collaborando per le successive implementazioni di reperti e notizie - fa sapere in un comunicato il presidente dell’associazione storica rodigina Alberto Guerrini - In alcune sezioni le foto del nostro archivio vengono denominate Fondo Mondovale e citati i donatori, in altri casi manca ancora la denominazione, ma si tenga conto che questo è solo il primo passo di un progetto che guarda al 2028, il centenario della nascita della federazione. Questo avvenimento di livello nazionale, a cui Mondovale dà e darà il proprio contributo, dimostra una volta di più che il nostro archivio è di interesse per il mondo del rugby italiano. Bene abbiamo fatto in questi anni ad esserne i custodi, altrimenti la presenza di Rovigo nell’archivio sarebbe ancora in divenire, dispersa in mille rivoli e tra mille difficoltà. Quelle incontrate da Mondovale nella raccolta e gestione in questi dieci anni». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino