Nuova rotta navale, Tir dall'Egitto a Trieste in 60 ore

Nuova rotta navale, Tir dall'Egitto a Trieste in 60 ore
TRIESTE - L'Italia ponte tra l'Africa e l'Europa: un nuovo collegamento ro-ro (navi abilitate al carico e scarico di rimorchi e semirimorchi già pronti per...

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TRIESTE - L'Italia ponte tra l'Africa e l'Europa: un nuovo collegamento ro-ro (navi abilitate al carico e scarico di rimorchi e semirimorchi già pronti per completare il trasporto via terra) renderà più veloce la rotta, con solo 60 ore di viaggio tra il porto egiziano di Damietta e quello di Trieste, e poche di più per arrivare da lì a Londra o Berlino, grazie ad un'intesa firmata al Cairo dall'ambasciatore d'Italia Michele Quaroni ed il ministro dei Trasporti egiziano Kamel el Wazir.

«Con questo accordo puntiamo a consolidare il ruolo dell'Italia quale canale privilegiato di scambi nella regione euro-mediterranea e ad aumentare l'interscambio commerciale tra Italia ed Egitto», ha commentato il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, aggiungendo che l'intesa «servirà anche ad aprire a nuove opportunità di investimento in Egitto per la filiera italiana in settori prioritari come quello agroalimentare e il tessile». Intervenuto in video-collegamento alla cerimonia di firma, il presidente dell'Ice Matteo Zoppas ha sottolineato come la strategia di rafforzamento dei legami tra il nostro Paese, l'Europa e il continente africano, sia perfettamente in linea con il Piano Mattei. Giunto al traguardo dopo una lunga gestazione, l'accordo prevede, tra l'altro una serie di agevolazioni doganali con cospicui risparmi di tempo e di denaro: le pratiche saranno sbrigate a bordo e i prodotti saranno certificati su una blockchain. Il governo egiziano ha già preso opportuni accordi con i produttori, mentre da parte italiana ci sono una serie di contatti non ancora definiti. L'importante, è stato sottolineato, è che la nave non effettui viaggi a vuoto e che quindi possa tornare da Trieste a Damietta con altre merci. L'Egitto chiede soprattutto prodotti agroalimentari, farmaceutici e tessili. Tra le ipotesi, una serie di accordi con le industrie di trasformazione. La linea potrebbe creare dunque un vasto indotto, oltre a costituire, ora che il Mar Rosso è considerato a rischio, una alternativa tutta mediterranea e più sicura.

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Il Gazzettino