Rotatoria e scavi archeologici al Baston: «Con questi cantieri l'osteria muore»

I lavori per la realizzazione della nuovo rotatoria nei pressi del’osteria Al Baston
PONZANO - «Vedevamo il giorno della chiusura del cantiere come una liberazione. Ora la riapertura delle strade slitterà ancora di mesi. Sicuramente ciò...

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PONZANO - «Vedevamo il giorno della chiusura del cantiere come una liberazione. Ora la riapertura delle strade slitterà ancora di mesi. Sicuramente ciò che è stato rilevato ha un interesse storico, ma bisogna accelerare i tempi della burocrazia. Così non possiamo più andare avanti». Un lungo sfogo, quello di Stefania Paresi, titolare insieme alla sorella Aurora dell’osteria Al Baston di Ponzano. Sono iniziati a ottobre dell’anno scorso i lavori per la realizzazione della rotatoria che collegherà la Postumia alle laterali via del Bellato e via Volpago nord, dove sorge l’attività delle due sorelle. Una strada pericolosa, teatro negli anni di gravi incidenti anche mortali. «Mettere in sicurezza questa strada è importante – continua la titolare – ma vorremo chiedere solo di dare la possibilità alla gente di lavorare velocizzando i rilievi, perché così la situazione non è più sostenibile».

IL DISAGIO

Stefania e Aurora si ritrovano l’attività quasi interamente transennata per la delimitazione del cantiere dal mese di ottobre. La porta di accesso principale, che affaccia sulla Postumia, è infatti inutilizzabile. L’unico accesso al locale resta quello sul retro, andando però a gravare sul numero di posti a sedere all’interno. Il cantiere comporta l’inevitabile chiusura delle due strade laterali, isolando in pratica l’attività. «Hanno creato un nuovo accesso, per concessione anche dell’Ats, dalla parte dell’acquedotto – racconta Stefania – ma la clientela, se può, evita di fare più strada per raggiungerci. Per pranzo, avendo più tempo, non abbiamo visto un drastico calo delle presenze, ma in compenso si è fermato tutto quello che era il nostro lavoro “di passaggio”: dai tabacchi, al caffè al volo e alle colazioni. È morto tutto». Ancora non sanno calcolare i danni in termini economici, ma Stefania e Aurora hanno già visto una consistente riduzione delle entrate: «All’inizio non abbiamo voluto quantificare i danni perché siamo consapevoli dell’importanza dei lavori. Abbiamo deciso di tenere duro, ma la chiusura del cantiere non era prevista. Questo significa che la riapertura delle strade dovrà attendere ancora».

IL PROBLEMA

I rilievi sui presunti resti romani da parte degli archeologi dureranno un mese. I lavori nelle strade adiacenti che conducono all’attività resteranno quindi bloccati. Per ovviare al problema è stata chiesta alla commissione provinciale l’apertura di almeno un tratto di strada in entrata per accedere direttamente all’osteria. È bastato un solo no a chiudere lo spiraglio di luce. «Noi abbiamo portato pazienza – lamentano le titolari – ma ora basta. Se si svolgono dei lavori su quella che è stata l’antica Postumia romana, l’eventualità di trovare dei resti è alta. Non riusciamo quindi a capire il perché di un blocco così lungo». Nessuna presa di posizione nei confronti di chi sta lavorando, né tanto meno di chi si sta occupando dei rilievi, ma il malumore resta. «Si sapeva che sarebbe stato un lavoro lungo e importante. Gli operai dell’impresa stradale hanno sempre lavorato in maniera impeccabile dalla mattina presto alla sera. Vedere che i lavori si bloccano a causa della burocrazia fa male. Chiediamo solo di poter lavorare».

 

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Il Gazzettino