Gino Rossi ne sarà il fulcro. Ma non mancheranno altri straordinari interpreti quali Filippo de Pisis (foto), Virgilio Guidi, Guglielmo Ciardi ed Arturo Martini. Autentici...
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IL PERCORSO
«Era doveroso partire da lui, l'amministrazione comunale voleva omaggiare la sua figura ed attorno a Rossi abbiamo costruito tutto il percorso della mostra ha spiegato Antonella Alban, che assieme a Giovanni Granzotto ha curato la rassegna è stato un lavoro lungo e faticoso. Tutte le opere provengono da collezioni private, che i proprietari ci hanno concesso senza difficoltà». Nel corso della serata di presentazione, tenuta a Villa Pontello, i curatori hanno illustrato i caratteri di quella che è stata definita la rivoluzione silenziosa. Dal precursore Guglielmo Ciardi, che iniziò l'opera di svecchiamento dell'arte volgendo il suo sguardo verso l'esterno: un autentico cambiamento di mentalità e di prospettiva. Dagli ambiti interni alla laguna di Venezia ci si espandeva molto al di fuori, fino alle Dolomiti.
LO SGUARDO
«Ci si liberava così dalle pastoie dell'Accademia, roccaforte della tradizione artistica e pittorica, pur mantenendo ben salde le radici venete ha sottolineato Granzotto un aprirsi al mondo che ha inciso nella storia della pittura e scultura». In questo quadro arrivano dirompenti le esperienze parigine di Gino Rossi ed Arturo Martini, che si erano abbeverati alla fonte dell'Impressionismo. Al ritorno Rossi e gli altri Buranesi inaugurano una nuova stagione di pittura nell'isola che sarà fonte inesauribile di ispirazione poi, esaurito il loro tempo, tocca a De Pisis e al suo tratto sincopato, e di seguito a Guidi, che esorta a «guardare la realtà con gli occhi spalancati». Il percorso espositivo studiato a Villa Ancilotto vedrà un nucleo centrale di dipinti degli anni Dieci e Venti, con gli artisti legati all'esperienza della Scuola di Burano, partendo da Rossi per proseguire con Umberto Moggioli e Pio Semeghini. Più oltre una fitta serie di opere eseguite negli anni Venti e Trenta da Filippo de Pisis e Virgilio Guidi, ed una selezione di lavori dell'altro grande genio Arturo Martini. A completare l'arte tra le due guerre i dipinti di Cagnaccio di San Pietro, Guido Cadorin, Teodoro Wolf-Ferrari, Nino Springolo ed altri. Spazio infine ad alcune opere di fine Ottocento di esponenti di spicco della pittura veneta, da Guglielmo Ciardi a Luigi Nono a Giacomo Favretto ed altri.
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Il Gazzettino