CORTINA «In quegli anni un’altra ragazzina morì in circostanze misteriose: aveva degli amici romani, che frequentavano Cortina». Non ci sarebbe solo il...
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STORIE PARALLELE
Entrambe le tragedie portarono alla morte dei genitori, che non si diedero mai pace. I padri morirono prima, a pochi anni dalla scomparsa delle figlie. Poi le madri. Rossella Corazzin aveva degli amici: Gianni, citato nelle lettere, che riporta a Gianni Guido, che all’epoca era a Cortina. L’altra Rossella aveva degli amici romani: non potevano comunque essere i mostri del Circeo, che vennero arrestati a fine settembre 1975 (Andrea Ghira si rese latitante). Forse qualcuno dello stesso giro di pariolini? Ma ad accomunare le due storie sono gli accertamenti frettolosi fatti all’epoca dalla Procura di Belluno. Per la Corazzin si iniziò a cercare solo giorni dopo, pensando a una scomparsa volontaria. Per la Mutschlechner non venne chiamato neanche il medico legale: ci si accontentò dei rilievi del dottore che accertò la morte e parlò di lesioni compatibili con uno scivolamento in acqua.
LA SEGNALAZIONE
Lunedì il maresciallo Gosetti ha fatto presente i punti oscuri del caso Mutschlechner al procuratore Luca. Il carabiniere pungola gli inquirenti a far quadrare quei particolari che anche nel caso Mutschlechner non tornano. Dettagli che non diedero pace alla sorella minore. «Noi andammo a sentire quelli che avevano visto la 15enne prima della morte, fecero i nomi di ragazzi romani. Sono nel fascicolo e basterebbe verificare, incrociando i nomi con quelli dell’altra Rossella», ha spiegato Gosetti, e il caso Mutschlechner potrebbe essere riaperto.
IL MEMORIALE
Intanto Izzo sta preparando una nuova lettera con ulteriori particolari sul caso Corazzin. Lo afferma il suo difensore, avvocato Rolando Iorio, che sabato è andato a trovarlo in carcere. Izzo ha ricordato altri dettagli che aumenterebbero la sua credibilità, come la cicatrice sul mento della Corazzin. «Abbiamo parlato di quanto sta accadendo - spiega l’avvocato - insiste dicendo che sono cose che ha visto e saputo da fonti certe e si attende che la Procura indaghi». Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino