Scappa con l'auto rubata: folle corsa sulla Romea, si tuffa in un fosso poi finisce in manette

Posto di blocco dei carabinieri.
CHIOGGIA - Per scappare ai carabinieri le aveva provate tutte: la corsa in Romea, la deviazione su stradine secondarie e, perfino, il tuffo in un canale. Ma non c’è...

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CHIOGGIA - Per scappare ai carabinieri le aveva provate tutte: la corsa in Romea, la deviazione su stradine secondarie e, perfino, il tuffo in un canale. Ma non c’è stato niente da fare: quando è riemerso dall’acqua i militari erano lì ad aspettarlo e lo hanno arrestato. Protagonista di questa avventura un cittadino marocchino, di circa 30 anni, irregolare in Italia, senza fissa dimora e con precedenti per reati contro il patrimonio, che si trovava alla guida di un’automobile, una Fiat Bravo, rubata a Mira nella tarda mattinata di domenica.



TRACCIAMENTO
Il proprietario, accortosi del furto, lo aveva denunciato ai carabinieri, mettendoli in contatto con la ditta che gli forniva il servizio di tracciamento satellitare dell’auto, tramite la “scatola nera” installata a bordo del veicolo e che il ladro non aveva pensato, o avuto il tempo, di staccare dal collegamento elettrico. E i militari della compagnia di Chioggia erano stati avvertiti dai colleghi, verso l’una e trenta, che la macchina, rubata circa un’ora prima, era stata geo-localizzata dalla ditta, si trovava in transito sulla Romea e stava viaggiando in direzione sud. La pattuglia del nucleo radiomobile ha avvistato, in pochi minuti, il veicolo rubato e si è messa a tallonarlo ma il conducente, vedendola, aveva accelerato.


MANOVRE


L’inseguimento è durato per diversi chilometri, con il marocchino che effettuava manovre repentine e anche sorpassi azzardati, rischiando vari incidenti. Arrivato a Piovini, poiché non riusciva a scrollarsi di dosso i suoi inseguitori, ha pensato di buttarsi su strade secondarie che, forse, non conosceva bene. Quando si è trovato sul ponte che attraversa il canale Novissimo, però, i carabinieri erano ancora dietro di lui e, così, ha tentato la sua ultima carta e, abbandonando la Bravo in mezzo alla carreggiata, si è gettato nel canale sottostante cercando, poi, di raggiungere a nuoto una delle rive. Ma i carabinieri lo hanno seguito con lo sguardo e, avuta certezza di dove si stava dirigendo, si sono portati sull’argine e, quando il marocchino ha riguadagnato la riva, lo hanno arrestato, senza che opponesse altra resistenza. Le accuse, a suo carico, sono di furto aggravato, relativamente all’automobile e di resistenza a pubblico ufficiale, relativamente alle manovre diversive e pericolose messe in atto.

 

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Il Gazzettino