I morti mai trovati: ecco i luoghi dove potrebbero essere sepolti

Un rudere in località Rocca Bernarda
PREMARIACCO (Udine) - Percorrendole in automobile, in una bella giornata di sole, come quella di ieri, domenica 20 marzo, le alture della località di Rocca Bernarda, a...

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PREMARIACCO (Udine) - Percorrendole in automobile, in una bella giornata di sole, come quella di ieri, domenica 20 marzo, le alture della località di Rocca Bernarda, a Premariacco, sembrano tutto fuorché luoghi in cui, in passato, nel 1944, potrebbero essere stati portati, “giudicati”, uccisi e sepolti tanti giovani uomini della zona, molti dei quali di Remanzacco. Oggi si vedono solo distese di vigneti. I cartelli danno il benvenuto: sulla via che si imbocca per salire sulle colline, non a caso, c’è scritto: “Strada turistica”, “Comune fiorito”. Si sale e scende con davanti agli occhi i versanti lavorati a terrazze, per metterci a dimora le viti. La zona è rinomata per gli ottimi vini, per le eccellenti aziende che li producono, nota per la sua tranquillità, puntellata da cipressi. È molto vasta. Non mancano le macchie boscose e le vecchie case, orami ruderi, avvolte dalla vegetazione infestante. Edifici diroccati dove, racconta la gente del posto, venivano portati i giovani, poco più che ventenni, nei giorni neri e tanto contestati di quella guerra sporca che macchiò queste terre di sangue. Poi trucidati, uccisi.

 

Qui, non si sa  bene dove, potrebbero ancora esserci le spoglie di almeno 16 persone, di cui si conoscono anche i nomi, grazie a quanto è emerso da una ricerca fatta negli archivi del Comune di Premariacco su iniziativa del sindaco Roberto Trentin. In un atto ufficiale del 20 agosto del 1946, di ricognizione di cadavere, si parla dell’esumazione del un corpo di un uomo ucciso nel '44, da una fossa scavata a un metro e 70 centimetri dalla superficie, quindi decisamente profonda. Questo particolare fa pensare perché, “normalmente”, i seppellimenti “veloci” di quegli anni bui venivano fatti a circa mezzo metro, come raccontano parecchi testimoni e riportano le memorie orali di chi ha ascoltato padri e nonni. Una fossa di quasi due metri potrebbe avere ipoteticamente due spiegazioni: l’utilizzo, da parte dei carnefici, di un avvallamento naturale del terreno, per gettare i cadaveri, poi coperti di terra “di riporto”; oppure uno scavo vero e proprio di una fossa, a questo punto “comune”, dove liberarsi delle salme, mano a mano, o tutte insieme. Stando a quanto riporta il registro degli atti di morte del Municipio, i 16 deceduti sono stati seppelliti in più giorni, in luoghi “imprecisati” della località Rocca Bernarda, nel mese di settembre del 1944. Anche il cimitero della piccola borgata di Leproso, sempre a Premariacco, è centro di interesse: qui, secondo i registri, morirono in circostanze tutte da chiarire, 4 persone, di cui una guardia. Il mistero si infittisce. Sul caso indagano i carabinieri su delega della Procura di Udine.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino