PREMARIACCO (Udine) - Percorrendole in automobile, in una bella giornata di sole, come quella di ieri, domenica 20 marzo, le alture della località di Rocca Bernarda, a...
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Qui, non si sa bene dove, potrebbero ancora esserci le spoglie di almeno 16 persone, di cui si conoscono anche i nomi, grazie a quanto è emerso da una ricerca fatta negli archivi del Comune di Premariacco su iniziativa del sindaco Roberto Trentin. In un atto ufficiale del 20 agosto del 1946, di ricognizione di cadavere, si parla dell’esumazione del un corpo di un uomo ucciso nel '44, da una fossa scavata a un metro e 70 centimetri dalla superficie, quindi decisamente profonda. Questo particolare fa pensare perché, “normalmente”, i seppellimenti “veloci” di quegli anni bui venivano fatti a circa mezzo metro, come raccontano parecchi testimoni e riportano le memorie orali di chi ha ascoltato padri e nonni. Una fossa di quasi due metri potrebbe avere ipoteticamente due spiegazioni: l’utilizzo, da parte dei carnefici, di un avvallamento naturale del terreno, per gettare i cadaveri, poi coperti di terra “di riporto”; oppure uno scavo vero e proprio di una fossa, a questo punto “comune”, dove liberarsi delle salme, mano a mano, o tutte insieme. Stando a quanto riporta il registro degli atti di morte del Municipio, i 16 deceduti sono stati seppelliti in più giorni, in luoghi “imprecisati” della località Rocca Bernarda, nel mese di settembre del 1944. Anche il cimitero della piccola borgata di Leproso, sempre a Premariacco, è centro di interesse: qui, secondo i registri, morirono in circostanze tutte da chiarire, 4 persone, di cui una guardia. Il mistero si infittisce. Sul caso indagano i carabinieri su delega della Procura di Udine. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino